L'appuntamento settimanale con Tettamanti & Traverso
di Stefano Tettamanti & Patrizia Traverso
12.
Una cosa che so è che l’amore, il lavoro e la conoscenza sono le fonti della nostra vita. Me l’ha insegnato un bizzarro personaggio che ai miei tempi disordinati andava di moda e oggi, tranne qualche tenero sporcaccione pensionato, nessuno ricorda più. Si chiamava Wilhelm Reich, e fu uno dei pensatori più originali del secolo scorso, uno dei suoi spiriti più inquieti, curiosi, anticonformisti, genuinamente libertari, e forse l’unico a vantare uno score di persecuzioni completo da parte di tutti i totalitarismi novecenteschi.
In ordine cronologico, al vecchio Reich, classe di ferro 1897 (la stessa di Faulkner, Bataille e Frank Capra) capitò di essere perseguitato dai nazisti per via di quei suoi fastidiosi studi che tendevano a trovare una sintesi tra le teorie (e le pratiche) freudiane e quelle marxiste (oltre che per la sua origine ebraica, va da sé), di essere espulso con ignominia dalla comunità internazionale degli psicoanalisti per delitto di lesa maestà freudiana, di essere cacciato dal partito comunista austriaco e poi osteggiato e boicottato dalla sessuofobia stalinista per aver aperto consultori sessuologici per giovanotti e signorine delle classi lavoratrici, infine di essere imprigionato e lasciato morire (nel 1957) in un democratico carcere della democratica America in quanto devoto al culto del sesso e dell’anarchia.
Tutti gli snodi fondamentali della biografia intellettuale, scientifica ed esistenziale di Reich furono scaldati e rischiarati da colossali falò delle sue opere. Farsi bruciare i propri scritti da nazisti, stalinisti e democratici è un privilegio capitato a pochi. Particolarmente prestigioso l’ultimo rogo, quello del 23 agosto 1956 a New York, quando funzionari della Food and Drug Administration svuotarono di pubblicazioni e documenti gli archivi dell’istituto di ricerca fondato da Reich, riempirono di sei tonnellate di letteratura scientifica un grande camion e lo svuotarono, democraticamente, nell’inceneritore di Gansevoort a Manhattan.
Non fosse stato un importante ricercatore che ha lasciato un segno definitivo in tutte le discipline nelle quali si è applicato (la psicoanalisi, la sociologia e la biologia) varrebbe la pena di riservare a Reich un ricordo almeno per il suo record in fatto di falò culturali. Da parte mia, levo il calice per salutare un formidabile intellettuale non ortodosso (condizione, la non ortodossia, necessaria, anche se non sufficiente, per definire qualcuno un intellettuale) ripetendomi il motto che usava anteporre a tutti i suoi scritti e al quale ho tentato di accordare la mia esistenza: “L’amore, il lavoro e la conoscenza sono le fonti della nostra vita. Dovrebbero anche governarla”.
Foto di Patrizia Traverso (tranne dove altrimenti accreditate). Non è consentita la riproduzione.
Per chi si fosse perso i capitoli precedenti:
Genovese di madre anglo-bolognese e padre svizzero-comasco, Stefano Tettamanti agente letterario e traduttore, va più fiero dei libri che ha letto di quelli che ha scritto.
Patrizia Traverso, genovese, ha al suo attivo diversi volumi nei quali l’aspetto determinante è l’assemblaggio dei suoi scatti fotografici con testi letterari di poeti e scrittori, nel tentativo di sollecitare una
riflessione, talvolta spiazzante, tra pensiero
e immagine, parola e fotografia. Per questo le piace definirsi Fotonarratrice.
Tra i suoi titoli più recenti: Genova è mia moglie. La città di Fabrizio De André, Rizzoli e Andar per statue, a Genova e in Liguria in 85 tappe, il Canneto con Stefano Tettamanti.
Nel cuore di Genova. Viaggio nella città di Bacci Pagano, il Canneto, con Bruno Morchio e Gianni Ansaldi; Genova che scende e che sale. Itinerario zen tra ascensori, funicolari e crêuze, il Canneto, con Giampiero Orselli; Genova ch'è tutto dire. Immagini per "Litania" di Giorgio Caproni, il Canneto, con Luigi Surdich; La parola ai gatti, Lo sguardo e il gusto, Preferisco leggere, Tea; Camogli, companion guide e Golfo dei Poeti, companion guide, Sagep.
Le sue immagini sono pubblicate su quotidiani, riviste e libri (tra questi Archeologia industriale e architettura contemporanea nel porto di Genova, Ville in riviera tra ecclettismo e razionalismo, Grandi alberghi e ville della bella époque nel golfo del Tigullio, Sagep).
Ha esposto in gallerie e musei in Italia e all'estero.
Insieme, Tettamanti & Traverso hanno firmato rubriche fotoletterarie su quotidiani e periodici di carta e online, pubblicato un paio di libri, viaggiato in tre quarti di mondo, condiviso una dozzina di case e quasi altrettanti traslochi durante più di quarant’anni di divertentissimo matrimonio.
Nota. Alcuni di questi testi sono stati pubblicati nel blog letterario di Chicca Gagliardo Ho un libro in testa, altri sono stati raccolti nel libretto Cose che so. Libri, pesci combattenti, scaloppine al limone, ancora libri e poco altro, L’amico ritrovato. La maggior parte sono inediti.
Io questo signore non lo conoscevo, e sono colpita dall'inquietante cognome. Ma confermo la grande saggezza delle sue parole ... a riuscirci sempre