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  • Immagine del redattoreRedazione TheMeltinPop

Cose che so, cose che vedo.

L'appuntamento settimanale con Tettamanti & Traverso




Bécherel in Bretagna, un borgo pieno di libri (15 librerie per meno di 800 abitanti)

 di Stefano Tettamanti & Patrizia Traverso



Per anni ho saputo di non sapere. Più o meno dalla prima liceo, quando qualche insegnante di filosofia, spiegando Socrate (finalmente, dopo un mesetto buono di presocratici, si cominciava a capirci qualcosa), a «conosci te stesso» faceva seguire l’altro pilastro del suo insegnamento, quello che vuole l’uomo saggio consapevole dei limiti della propria sapienza, «tutto quello che so è di non sapere». Fino a poco tempo fa, quando, scendendo dal treno alla stazione centrale di Milano, un uomo saggio come e forse più di Socrate, guardandomi con gli occhi sbalorditi dopo un’ora e cinquanta (nessun ritardo quel giorno) di ininterrotte chiacchiere enciclopediche, mi ha detto: «Ma ti rendi conto di quante cose non sappiamo di sapere?»


Dalla prima liceo è passato un mezzo secolo abbondante. Così, se per tutto questo tempo ho saputo di non sapere, da qualche settimana so anche che non so di sapere. Siccome, come è noto, di ciò di cui non si può parlare è bene tacere, ho pensato di scrivere di alcune cose che so. Prima di dimenticarmele tutte.



 


3.


Una cosa che so è la top ten dei racconti del Novecento. Per scrivere racconti ci vuole lo sguardo del poeta e la voce del romanziere, e in pochi hanno tutt’e due. Per leggere racconti occorre una concentrazione di ferro, non puoi permetterti di sonnecchiare per qualche pagina come capita a ogni bravo lettore di romanzi. Ma il piacere che si prova leggendo un racconto riuscito è pieno e perfetto: il racconto non bara, è tutto lì, non ti lusinga, non ti promette sequel né prequel, non ti rimanda ad altri mondi, si esaurisce in sé nella sua sterile, abbagliante perfezione di pietra preziosa. Gli editori italiani amano poco pubblicare raccolte di racconti, per quanto la storia della nostra letteratura, da Boccaccio a Pirandello, sia soprattutto storia di novelle, e Cesare De Michelis me ne spiegò la ragione: è impossibile spiegare ai librai la trama di una raccolta di racconti in trenta secondi. E trenta secondi è il massimo d’attenzione che si può ottenere da un libraio. Per chi ha una capacità di applicarsi anche solo lievemente superiore ai trenta secondi, ecco la mia top ten dei racconti del Novecento (anche se il confine temporale penalizza campioni assoluti come Cechov, Maupassant, Poe, Kipling…). Così, giusto per fare due chiacchiere.

 

1. I morti di James Joyce (1914);

2. La paura di Federico De Roberto (1921);

3. Al di là del ponte di Mavis Gallant (1993);

4. Festa di fine estate di Alice Munro (1977);

5. Cinquanta bigliettoni di Ernest Hemingway (1939);

6. Dove siete stati di notte di Clarice Lispector (1974);

7. Il nuotatore di John Cheever (1964);

8. La biblioteca di Babele di Jorge Luis Borges (1944);

9. La sirena di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1958);

10. Donna di Porto Pim di Antonio Tabucchi (1983).

 

Se a qualcuno che non li avesse letti venisse la curiosità di capire perché proprio questi racconti, risponderei che la cosa migliore sarebbe che se li andasse a leggere, tanto non esistono i libri esauriti. Poi, se mai, ne parliamo.


 



Foto di Patrizia Traverso (tranne dove altrimenti accreditate). Non è consentita la riproduzione.



Per chi si fosse perso i capitoli precedenti:



 


Genovese di madre anglo-bolognese e padre svizzero-comasco, Stefano Tettamanti agente letterario e traduttore, va più fiero dei libri che ha letto di quelli che ha scritto.


©Gianni Ansaldi

Patrizia Traverso, genovese, ha al suo attivo diversi volumi nei quali l’aspetto determinante è l’assemblaggio dei suoi scatti fotografici con testi letterari di poeti e scrittori, nel tentativo di sollecitare una riflessione, talvolta spiazzante, tra pensiero e immagine, parola e fotografia. Per questo le piace definirsi Fotonarratrice.

Tra i suoi titoli più recenti: Genova è mia moglie. La città di Fabrizio De André, Rizzoli e Andar per statue, a Genova e in Liguria in 85 tappe, il Canneto con Stefano Tettamanti.

Nel cuore di Genova. Viaggio nella città di Bacci Pagano, il Canneto, con Bruno Morchio e Gianni Ansaldi; Genova che scende e che sale. Itinerario zen tra ascensori, funicolari e crêuze, il Canneto, con Giampiero Orselli; Genova ch'è tutto dire. Immagini per "Litania" di Giorgio Caproni, il Canneto, con Luigi Surdich; La parola ai gatti, Lo sguardo e il gusto, Preferisco leggere, Tea; Camogli, companion guide e Golfo dei Poeti, companion guide, Sagep.

Le sue immagini sono pubblicate su quotidiani, riviste e libri (tra questi Archeologia industriale e architettura contemporanea nel porto di Genova, Ville in riviera tra ecclettismo e razionalismo, Grandi alberghi e ville della bella epoque nel golfo del Tigullio, Sagep).

Ha esposto in gallerie e musei in Italia e all'estero.


Insieme, Tettamanti & Traverso hanno firmato rubriche fotoletterarie su quotidiani e periodici di carta e online, pubblicato un paio di libri, viaggiato in tre quarti di mondo, condiviso una dozzina di case e quasi altrettanti traslochi durante più di quarant’anni di divertentissimo matrimonio.


Nota. Alcuni di questi testi sono stati pubblicati nel blog letterario di Chicca Gagliardo Ho un libro in testa, altri sono stati raccolti nel libretto Cose che so. Libri, pesci combattenti, scaloppine al limone, ancora libri e poco altro, L’amico ritrovato. La maggior parte sono inediti.


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