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  • Immagine del redattoreRedazione TheMeltinPop

Cose che so, cose che vedo

L'appuntamento settimanale con Tettamanti & Traverso



Brigitte e Martin Matschinsky, Brokenchain, Berlino

di Stefano Tettamanti & Patrizia Traverso



Per anni ho saputo di non sapere. Più o meno dalla prima liceo, quando qualche insegnante di filosofia, spiegando Socrate (finalmente, dopo un mesetto buono di presocratici, si cominciava a capirci qualcosa), a «conosci te stesso» faceva seguire l’altro pilastro del suo insegnamento, quello che vuole l’uomo saggio consapevole dei limiti della propria sapienza, «tutto quello che so è di non sapere». Fino a poco tempo fa, quando, scendendo dal treno alla stazione centrale di Milano, un uomo saggio come e forse più di Socrate, guardandomi con gli occhi sbalorditi dopo un’ora e cinquanta (nessun ritardo quel giorno) di ininterrotte chiacchiere enciclopediche, mi ha detto: «Ma ti rendi conto di quante cose non sappiamo di sapere?»


Dalla prima liceo è passato un mezzo secolo abbondante. Così, se per tutto questo tempo ho saputo di non sapere, da qualche settimana so anche che non so di sapere. Siccome, come è noto, di ciò di cui non si può parlare è bene tacere, ho pensato di scrivere di alcune cose che so. Prima di dimenticarmele tutte.



 

N. 6



Una cosa che so è Fremdschämen. So poche altre cose in tedesco, ma basta questa a farmela considerare una lingua amica. Fremdschämen è una parola che non ha equivalenti in altre lingue e per tradurla in italiano bisogna ricorrere a perifrasi faticose e imprecise come “provare vergogna e/o imbarazzo per il comportamento di un’altra persona”. Nella vita ho provato centinaia di volte vergogna e/o imbarazzo per il comportamento di altre persone, ma non sapendo come definirla pensavo fosse una sensazione soltanto mia, per la quale, magari, provare anche un po’ di vergogna e/o imbarazzo.




Jonathan Borofsky, Molecule man, Berlino



Da quando ho saputo che quel piccolo nodo che mi si stringe alla bocca dello stomaco quando la gente sbaglia i congiuntivi o in treno parla a voce alta, quando un attore a teatro recita male o un bambino è convinto di essere divertente, quando uno scrittore insignificante insiste per essere tradotto in svedese perché non si sa mai per il Nobel, quando sento parlare Salvini, quando i padroni dei cani cercano di farmi fare amicizia con i loro animali, quando nelle urla di Grillo riconosco un accento troppo simile al mio, quando vedo signore in età con il volto spianato e le labbra da Paperino, quando vedo Meloni fare le faccette, quando vedo girare per le strade delle nostre città fuoristrada che neanche in un safari africano, dicevo, da quando so che quel nodo allo stomaco si chiama Fremdschämen mi sento sollevato. Se qualcuno ha sentito il bisogno di dargli un nome, vuol dire che quel nodo si stringe anche allo stomaco di altri, e pazienza se sono solamente tedeschi.



Norman Foster e Paul Wallot, Reichstag, Berlino

Foto di Patrizia Traverso (tranne dove altrimenti accreditate). Non è consentita la riproduzione.



Per chi si fosse perso i capitoli precedenti:




 


Genovese di madre anglo-bolognese e padre svizzero-comasco, Stefano Tettamanti agente letterario e traduttore, va più fiero dei libri che ha letto di quelli che ha scritto.


©Gianni Ansaldi

Patrizia Traverso, genovese, ha al suo attivo diversi volumi nei quali l’aspetto determinante è l’assemblaggio dei suoi scatti fotografici con testi letterari di poeti e scrittori, nel tentativo di sollecitare una riflessione, talvolta spiazzante, tra pensiero e immagine, parola e fotografia. Per questo le piace definirsi Fotonarratrice.

Tra i suoi titoli più recenti: Genova è mia moglie. La città di Fabrizio De André, Rizzoli e Andar per statue, a Genova e in Liguria in 85 tappe, il Canneto con Stefano Tettamanti.

Nel cuore di Genova. Viaggio nella città di Bacci Pagano, il Canneto, con Bruno Morchio e Gianni Ansaldi; Genova che scende e che sale. Itinerario zen tra ascensori, funicolari e crêuze, il Canneto, con Giampiero Orselli; Genova ch'è tutto dire. Immagini per "Litania" di Giorgio Caproni, il Canneto, con Luigi Surdich; La parola ai gatti, Lo sguardo e il gusto, Preferisco leggere, Tea; Camogli, companion guide e Golfo dei Poeti, companion guide, Sagep.

Le sue immagini sono pubblicate su quotidiani, riviste e libri (tra questi Archeologia industriale e architettura contemporanea nel porto di Genova, Ville in riviera tra ecclettismo e razionalismo, Grandi alberghi e ville della bella epoque nel golfo del Tigullio, Sagep).

Ha esposto in gallerie e musei in Italia e all'estero.


Insieme, Tettamanti & Traverso hanno firmato rubriche fotoletterarie su quotidiani e periodici di carta e online, pubblicato un paio di libri, viaggiato in tre quarti di mondo, condiviso una dozzina di case e quasi altrettanti traslochi durante più di quarant’anni di divertentissimo matrimonio.


Nota. Alcuni di questi testi sono stati pubblicati nel blog letterario di Chicca Gagliardo Ho un libro in testa, altri sono stati raccolti nel libretto Cose che so. Libri, pesci combattenti, scaloppine al limone, ancora libri e poco altro, L’amico ritrovato. La maggior parte sono inediti.


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