top of page
  • Immagine del redattoreRedazione TheMeltinPop

Cose che so, cose che vedo


L'appuntamento settimanale con

Tettamanti & Traverso



di Stefano Tettamanti & Patrizia Traverso



10.



Una cosa che so, e che meglio di ogni altro mi ha spiegato Alberto Manguel, è che leggere è un atto potente e meraviglioso, solitario e silenzioso, eppure esplicito, incontenibilmente vitale e libero. Fedele all’insegnamento del suo maestro di lettura, Jorge Luis Borges, che in Elogio dell’ombra (Einaudi) scriveva: “Altri menino vanto delle pagine che hanno scritte; il mio orgoglio sta in quelle che ho lette”, Alberto Manguel è diventato nel corso degli anni l’infaticabile paladino della più trascurata figura dell’intero palcoscenico culturale, il lettore.


Il lettore, come racconta Manguel stesso in Una storia della lettura (Feltrinelli), impara presto che i libri una volta letti diventano parte integrante di sé e non ne può più fare a meno: “Non si legge semplicemente Delitto e castigo o Un albero cresce a Brooklin. Si legge una certa edizione, quella specifica copia, riconoscibile dalla ruvidezza o dalla morbidezza della carta, dal suo odore, da una traccia di lacrima a pagina 72 e da una macchia di caffè sull’angolo superiore sinistro del retro di copertina”.


I libri che abbiamo letto ci parlano anche quando sono chiusi, affiancati o appilati nei ripiani della nostra libreria. Ci parlano e parlano di noi agli altri. Entrare in una casa sconosciuta e leggerne la libreria ci dice dei proprietari di più, e con maggiore eleganza, che curiosare nel loro frigorifero o nell’armadietto dei medicinali. Le nostre librerie sono mappe che descrivono con esattezza il nostro percorso umano, diari di bordo minuziosi, foto in alta definizione del nostro codice genetico, ciascuno dei volumi che contengono racconta con la sua presenza chi siamo stati nel momento in cui lo abbiamo letto, evoca i dettagli che lo hanno reso nostro compagno di strada: l’amore, l’amico, l’incontro, il consiglio, il libraio, la discussione, il viaggio, la città, la delusione, la malattia, il caso che ce lo ha fatto incrociare.


La costruzione della propria biblioteca si realizza negli anni ed è il frutto di un numero di scelte quanto meno pari al numero di libri che la compongono, la probabilità che si componesse esattamente come si è composta era una su un numero troppo grande per essere pensato. Per questo la nostra libreria ci rappresenta per quello che siamo, unici e irripetibili: non esiste persona al mondo che possa vantare una biblioteca identica alla nostra. Il colossale patrimonio di notizie che offriamo di noi attraverso la nostra libreria di carta andrà perduto quando gli scaffali diventeranno solo virtuali e oscureranno, agli occhi degli altri e soprattutto ai nostri, le tracce di lacrime a pagina 72 e le macchie di caffè sul retro di copertina. E, peggio, se l’unico strumento grazie al quale costruiremo le nostre biblioteche digitali, l’unica stella polare che ci guiderà nell’organizzarle, rimarrà, come succede sempre più spesso, la classifica dei best seller più scaricati, potentissima e inquinabilissima leva del marketing editoriale, il rischio che la nostra biblioteca, e con lei il nostro profilo e la nostra esistenza, conosca milioni di cloni risulterà malinconicamente reale.



Foto di Patrizia Traverso (tranne dove altrimenti accreditate). Non è consentita la riproduzione.


Per chi si fosse perso i capitoli precedenti:



 


Genovese di madre anglo-bolognese e padre svizzero-comasco, Stefano Tettamanti agente letterario e traduttore, va più fiero dei libri che ha letto di quelli che ha scritto.





Patrizia Traverso, genovese, ha al suo attivo diversi volumi nei quali l’aspetto determinante è l’assemblaggio dei suoi scatti fotografici con testi letterari di poeti e scrittori, nel tentativo di sollecitare una

riflessione, talvolta spiazzante, tra pensiero

e immagine, parola e fotografia. Per questo le piace definirsi Fotonarratrice.

Tra i suoi titoli più recenti: Genova è mia moglie. La città di Fabrizio De André, Rizzoli e Andar per statue, a Genova e in Liguria in 85 tappe, il Canneto con Stefano Tettamanti.

Nel cuore di Genova. Viaggio nella città di Bacci Pagano, il Canneto, con Bruno Morchio e Gianni Ansaldi; Genova che scende e che sale. Itinerario zen tra ascensori, funicolari e crêuze, il Canneto, con Giampiero Orselli; Genova ch'è tutto dire. Immagini per "Litania" di Giorgio Caproni, il Canneto, con Luigi Surdich; La parola ai gatti, Lo sguardo e il gusto, Preferisco leggere, Tea; Camogli, companion guide e Golfo dei Poeti, companion guide, Sagep.

Le sue immagini sono pubblicate su quotidiani, riviste e libri (tra questi Archeologia industriale e architettura contemporanea nel porto di Genova, Ville in riviera tra ecclettismo e razionalismo, Grandi alberghi e ville della bella époque nel golfo del Tigullio, Sagep).

Ha esposto in gallerie e musei in Italia e all'estero.


Insieme, Tettamanti & Traverso hanno firmato rubriche fotoletterarie su quotidiani e periodici di carta e online, pubblicato un paio di libri, viaggiato in tre quarti di mondo, condiviso una dozzina di case e quasi altrettanti traslochi durante più di quarant’anni di divertentissimo matrimonio.


Nota. Alcuni di questi testi sono stati pubblicati nel blog letterario di Chicca Gagliardo Ho un libro in testa, altri sono stati raccolti nel libretto Cose che so. Libri, pesci combattenti, scaloppine al limone, ancora libri e poco altro, L’amico ritrovato. La maggior parte sono inediti.

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page