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  • Immagine del redattoreRedazione TheMeltinPop

#andandoazonzo: da Genova all'Atlantico



di Emanuela Mortari


La voce del vento, lo schiaffo dell'Oceano Atlantico. Un viaggio ai confini dell'Europa, nel primo, o ultimo, a seconda dei punti di vista, baluardo di terra di fronte alla vastità dell'azzurro.


5.200 chilometri, cinquemiladuecento, per un giro ad anello che ha Genova come punto di partenza e di ritorno, Sagres, in Portogallo, la meta principale. Nel mezzo tappe diverse in Francia e in Spagna. Un percorso affrontato a luglio 2022, nel bel mezzo dell'ondata di caldo che ha investito l'Europa.


Tappa 4 - Vila do Bispo - Sagres - Odeceixe



Nella nostra prima notte a Vila do Bispo, in Portogallo, ci rendiamo conto di quanto sia presente il vento. La sua voce, un sibilo costante che accelera e rallenta a seconda delle raffiche, ci accompagna tra le braccia di Morfeo. Comprendiamo le difficoltà di vivere sulla punta Sud Occidentale dell’Europa durante le brevi chiacchierate con Josefina, la nostra ospite: il clima ventoso e secco, acuito dal cambiamento climatico, rende l’allevamento dei bovini (la famiglia di Josefina alleva diverse decine di capi) particolarmente dispendioso. Il foraggio viene acquistato, poiché la pioggia, quella seria, manca da quasi un anno con un piccolo contentino a febbraio (siamo a metà luglio). La guerra e le difficoltà di reperimento delle materie prime acuiscono i problemi: per cambiare una porta-finestra c’è voluto un mese, ci racconta. La combinazione pandemia-conflitto in Ucraina ha impoverito ulteriormente gli abitanti della zona e la stessa Josefina ha stoppato, per il momento, il progetto di ampliare la struttura ricettiva. Il turismo rappresenta comunque il vero tesoro di famiglia.



L’Oceano lo ritroviamo la prima mattina, durante la visita alla fortezza di Sagres, situata sul promontorio a Est di Cabo de São Vicente. Siamo davvero a una delle estremità dell’Europa e quei bastioni ci raccontano come fosse strategico quel punto per controllare chi arrivava dall’Atlantico e per difendersi. La fortezza, costruita nel XV Secolo, sorge su uno strapiombo di una cinquantina di metri e ci stupiamo dei pescatori che lanciano la lenza da queste altezze in piedi sul ciglio della scogliera senza protezioni di sorta, incuranti del vento che quasi sposta chi cammina. La fortezza è patrimonio Unesco dal 2017 e negli ampi spazi all’aperto si trovano una chiesa (Nostra Signora delle Grazie), un’enorme rosa dei venti, una torretta, le rovine dell’antica polveriera. Solo entrandovi si ha accesso a tutto il promontorio e alla vista sulla costa occidentale e meridionale.

È il momento tanto atteso, quello del primo bagno nell’Atlantico. Dopo pranzo scegliamo la praia da Mareta e il primo ingresso in acqua equivale a ricevere uno schiaffo: c’è alta marea e le onde, pur non troppo alte, sono baldanzose per la gioia dei surfisti. La forza dell’Oceano, sinora arrivata alle nostre orecchie per sentito dire, è ora un’esperienza diretta. La temperatura dell’acqua non è troppo piacevole anche se ci dicono che quest’anno è la più calda mai provata. Di solito qui si fa il bagno con la muta. Quando la marea si abbassa diventa tutto più facile anche per noi abituati al Mar Ligure, uno stagno al confronto.



I bagnini sono sempre molto attivi nel controllare che nessuno finisca in balia delle onde o trascinato al largo quando il vento rende l’Oceano una tavola, come stava accadendo un giorno a una famiglia su un materassino (salvataggio con tavola da windsurf e tanta forza nelle braccia con applauso finale della spiaggia). Nei giorni successivi, in spiagge più ampie, notiamo i “salva vidas” sistemare dei pali mobili per segnalare il limite della marea, avanzandoli o arretrandoli in continuazione.



Succede, per esempio sulla praia de Odeceixe, forse la spiaggia preferita di questo viaggio, sulla costa Ovest al confine tra il distretto di Faro e quello di Beja. Situata alla foce del Fiume Seixe, che è un’ottima alternativa all’Oceano per il bagno, è davvero enorme e adatta a tutti i tipi di bagnanti. Noi la raggiungiamo a piedi dal delizioso paesino di Odeceixe, caratterizzato da un mulino a vento restaurato visitabile ma non funzionante. Quattro chilometri in mezzo ad ampi verdi prati adibiti a pascolo, che beneficiano dell’acqua dolce del fiume e, nella parte finale, costeggiando la strada asfaltata. Anche qui, come a Sagres, c’è la scuola di surf.




L’altra spiaggia che abbiamo apprezzato è la celebre praia do Camilo a Lagos: una baia sabbiosa incastonata tra falesie a picco sul mare e accessibile scendendo circa 200 gradini. La spiaggia è riparata e divisa da rocce color ocra attraversate da un piccolo tunnel. Un consiglio a chi decide di visitarla: occorre fare attenzione all’alta marea che riduce moltissimo lo spazio a disposizione. Noi siamo stati fortunati e previdenti sistemandoci in fondo all’arenile. Non ci è piaciuto, invece, come si sta sviluppando Lagos: qui siamo nell’Algarve più turistico e le gru che costruiscono hotel di lusso e ville tutte uguali, sono una costante del paesaggio.



Le nostre preferenze si concentrano così sulla costa occidentale, più che su quella meridionale: meno venduta al turismo di lusso e di massa, come Odeceixe, appunto, o Carrapateira, dove si trovano la praia do Amado e la praia da Bordeira, altri spot (così si chiamano i luoghi dove si formano le onde adatte) gettonatissimi dai surfisti. Ci godiamo le evoluzioni fatte sulle tavole a una cinquantina di metri dalla costa durante l’ultimo giorno di permanenza in zona passeggiando sul promontorio che divide le due spiagge. Il pranzo al Clube cultural e recreativo os amigos da Carrapateira (dove lavora una ragazza italiana) spendendo 10 euro per un piatto di calamari alla piastra, vino e caffè compresi, ci riporta in un’atmosfera a noi più congeniale, con i lavoratori ai tavoli che si gustano senza fretta il piatto del giorno o un panino.

Ma della cucina portoghese e dei posti meno turistici dove mangiare, parleremo nella prossima tappa.



 


Emanuela Mortari, nata a Genova nel 1977, laureata in Scienze Politiche, lavora come pubblicista freelance per varie testate giornalistiche online, occupandosi prevalentemente di sport, economia e spettacolo. Nel 2021 esordisce nella narrativa con il thriller informatico "Connessione a rischio" (Another Coffee Stories Edizioni).










 

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