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Immagine del redattoreRedazione TheMeltinPop

Ritratti di donne. La vedova Clicquot e Gillian Hobart



Scrittrici, attrici, cantanti, scienziate, pittrici, regine, imprenditrici, cuoche, rivoluzionarie. Quanta creatività, quanto talento, idee, coraggio, orgoglio dentro all'anima dell'universo femminile. Partendo da Agatha Christie per arrivare a Whitney Houston, attraverso Marilyn Monroe, Mary Shelley, Rose Montmasson, la vedova Clicquot e molte altre, "Ritratti di donne" (Morellini Editore, 2023) ci presenta un gruppo di donne che meritano di essere conosciute per la loro esperienza di vita e per quello che ci hanno lasciato.


Ventotto autrici per ventotto racconti, scritti per raccontarcele, tracciandone una breve biografia e aprire una finestra su un momento particolare della loro vita, come se, per qualche istante, noi fossimo lì, a fianco a loro, per vederle muoversi e agire nel loro mondo. E raccoglierne in quei brevi e preziosi tratti la loro eredità e tutta la loro umanità.


Per farvele conoscere meglio e capire lo spirito che ha animato questo progetto nato da un'idea di Sara Rattaro, Themeltinpop ve le presenterà ad una ad una attraverso le loro parole.


 

Gisella Fuochi presenta la vedova Clicquot


Perché hai scelto proprio questa donna? Credo di essere nata con la passione per il vino. Forse nel mio DNA al posto di informazioni genetiche codificate, sarebbe stato più facile trovarci l’atlante ampelografico dei vitigni. Poi quando ho incontrato il libro di Hugh Johnson “Il Vino - storia cultura tradizioni”, ed erano tanti anni fa, ne ho quasi avuta la certezza. La cultura che affianca il vino e lo rende così unico mi ha affascinato a volte, più della degustazione. In tutto questo mondo sono arrivata e mi sono innamorata dello Champagne, delle sue leggende e Madame Clicquot non poteva che essere la donna di cui raccontare. Visionaria, caparbia, capace. Unica come le sue bottiglie arancioni.

Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla? Le chiederei se fosse possibile accompagnarla in cantina. Non perderei un movimento del suo viso, mentre silenziosa ed estatica annusa le prove di botte del Pinot Noir o dello Chardonnay immaginando certo quale potrebbe essere il blend migliore per il prossimo Champagne. Oppure vorrei dissertare con lei su perlage e trasparenza, mentre il bicchiere si riempie di un suo millesimato. Magari punzecchiandola sulle Maisons concorrenti. Sarebbe fantastico sentire i suoi commenti. Sì, non ho dubbi, parlerei di vino e di intuizioni. Un vero genio! Una curiosità in più su di lei che racconteresti ai nostri lettori. Barbe Nicole Ponsardin era una ragazza diversa dalle sue coetanee. Non amava cucire, voleva viaggiare e fare calcoli. E sicuramente non pensava allo Champagne. Però come si dice, era destino! Françoise Clicquot, colui che la prese in sposa, era già proprietario di una Maison senza troppa fama e il loro incontro fu una sorta di alchimia, nonostante fosse un matrimonio combinato. Sin da subito lui la portò per vigne e lei pian piano se ne innamorò così tanto, che quando rimase vedova dopo solo 6 anni dal loro primo incontro, aveva già deciso che tutti avrebbero conosciuto la Veuve Clicquot. Raccontaci qualcosa su di te e sulla tua passione per la scrittura. Parlare di me non mi viene così bene! L’eterna lotta tra la mia parte dissacrante e quella più cupa, non fanno altro che venir voglia alla mia testa di allontanarsi dal corpo per dare sfogo alla fantasia. L’età prossima alla necessità di tutele in tutti i sensi è un aggravante. Ho viaggiato tanto dietro al vino ed anche al cibo. Gli animali sono l’altra componente importante della mia vita. Lavoro ancora nel commercio ma nel frattempo ho fatto mia una piccola enoteca, dove c’è il vino che mi piace. Scrivo su ReWriters, sin dalla sua fondazione, ovviamente di vino, tramite il blog Passalrosso. Grazie a Sara Rattaro ho partecipato con dei

racconti a “Sui miei passi” e “Ritratti di Donne”. Nel 2013 ho pubblicato un romanzo “Possotornare… sempre” del quale si sono perse le tracce, per fortuna!



Gisella Fuochi vive nella campagna di Vinci, in Toscana. Lavora nel mondo

del complemento d’arredo e grazie a questo ha viaggiato molto. La

scrittura e il vino l’accompagnano da tempo. Blogger per la rivista internazionale

“The Grand House Magazine” e dalla sua fondazione scrive di

bottiglie e vignaioli per ReWriters attraverso il blog Passalrosso.

Instagram: @con_vinci




 

Stefania Gattei presenta Gillian Hobart


Perché hai scelto questa donna?


Gillian Hobart è stata una ballerina di grande bravura, che, dopo aver lavorato in teatri e scuole di danza, ha dedicato il suo tempo e le sue conoscenze a persone diversamente abili. L’ho scelta per la sensibilità e il rispetto che ha dimostrato nei confronti di chi è più debole; per la curiosità e la voglia di sperimentare, che l’hanno portata a trovare un metodo per conoscersi ed esprimersi con la danza.


Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?

Le direi che, la conoscenza del suo metodo ha generato in me la voglia di ballare. Le chiederei quanto è stata importante per lei la ricerca e la scoperta del movimento danzato con fini educativi. In questo periodo storico, in cui la realtà virtuale sembra prendere il sopravvento sul mondo reale, il corpo, come mezzo per conoscere sé stessi e il mondo, è un valore da custodire e proteggere.



Una curiosità di lei che racconteresti ai lettori.


Gillian ha lavorato in teatri importanti e ha lavorato alla Rai come ballerina e coreografa, ma di lei che danza, purtroppo, non è rimasto registrato nulla. Ha partecipato al Festival di Spoleto, in coppia con un ballerino, ma non hanno autorizzato le riprese.



Raccontaci qualcosa di te e della tua passione per la scrittura.


Fin da piccola sono stata affascinata dalla parola scritta. Sono cresciuta in un’edicola di giornali, ricordo che chiedevo spesso ai miei genitori il significato delle scritte che mi circondavano. Sono stata felice di andare a scuola perché avrei imparato a leggere, credo di essere stata l’unica bambina della mia classe a preferire i temi ai disegni. I corsi di Sara Rattaro mi hanno dato una spinta ulteriore verso la scrittura.



Stefania Gattei è nata a Rimini dove vive. Laureata in pedagogia, ama

le storie, i libri e il teatro, passioni che cerca di trasmettere ai bambini.

Nella scuola dove lavora come insegnante, organizza l’evento “Storie sul

cuscino” che, ogni anno, coinvolge i piccoli alunni e i loro genitori. Ha

frequentato alcuni corsi di Sara Rattaro, che hanno ampliato il suo interesse

per la scrittura e per i libri. Instagram: @La.donna.che.semina.il.grano

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