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Questione di sfumature. L'intelligenza non è monocromatica



di Sara Picasso


Almeno una volta nella vita tutti ci siamo chiesti quali sono le nostre capacità, abbiamo pensato di non essere all'altezza o abbiamo paragonato un nostro risultato con quello di altre persone. Questo perché in un mondo come il nostro l'approvazione e la voglia di risultati è all'ordine del giorno.

In una vita frenetica come quella in cui viviamo molto spesso si tralasciano alcuni particolari per lasciare spazio alla velocità e alla pragmaticità, ma non tutto è bianco o nero, in ogni ambito ci sono variabili da prendere in considerazione. E questo si dovrebbe fare in tutti i campi, soprattutto in quelli dove si cresce, come la scuola che è una parte fondamentale nella vita delle persone.


Siamo abituati ad un sistema scolastico nel quale l'unica cosa che conta è il voto finale di un compito o di un'interrogazione ma questo comporta molto spesso una mancanza di interesse per quello che si studia oltre che un'omologazione da parte degli studenti il cui unico obiettivo diventa quello di avere la sufficienza in tutte le materie. In poche parole l'intelligenza valutata a scuola è convergente. Sarebbe bello invece valorizzare le peculiarità di ognuno ed evidenziarne le capacità ma per fare ciò è necessario capire che cos'è l'intelligenza e che non ne esiste una soltanto ma molteplici.



Nonostante sia un concetto ampio e cambi a seconda di chi la studia, con il termine intelligenza nella psicologia generale si intende solitamente il processo mentale che permette di acquisire nuove capacità e idee che offrono la possibilità di elaborare concetti nuovi o che derivano dall'esperienza per risolvere efficacemente possibili problemi.

Il primo ad elaborare la teoria per la quale esistono diversi tipi di intelligenza è stato Howard Gardner. Nei suoi molteplici studi egli mostrava che non esiste un'intelligenza generica, quella cioè su cui di solito si basa la misurazione della scuola, ma forme talmente diverse fra loro da risultare impossibile unificarle e misurarle in maniera uniforme. Ogni individuo possiede un'inclinazione e per questo motivo ogni intelligenza è percorsa dal “genio” e ognuno ha la propria visione del mondo. Esiste per esempio l'intelligenza musicale o quella linguistica e ancora quella logico-matematica, spaziale, corporea, psicologica ma anche emotiva.

Ogni individuo ha una di questi tipi di intelligenze più spiccata di altre e invece una magari meno.



La società ci spinge ad un'intelligenza flessibile, cioè versata in ogni direzione; in questo modo non si dovrebbero avere inclinazioni particolari in nessuna direzione per potersi dispiegare in modo sufficiente su ogni disciplina, su ogni lavoro. Più interessante anche se non presa in considerazione dalla scuola è l'intelligenza divergente, che in modo opposto a quella convergente riguarda coloro che hanno una spiccata inclinazione per una materia specifica ma magari fanno fatica in altre. Questo perché non riescono a trovare le soluzioni nel modo in cui lo fanno tutti o perché semplicemente non sono versati in quell'ambito. E ciò si può verificare molto spesso. In questo modo però si stroncano le inclinazioni degli studenti per lasciare spazio ad un mondo di genericità, che non è il nozionismo ma la semplice supposizione che esista solo un tipo di intelligenza e che essa sia versatile per qualsiasi nozione. L'intelligenza divergente è tipica dei creativi che, oltre a trovare differenti tipi di risposte in modi inconsueti, riescono anche a ribaltare la domanda e a trarne di nuove.



La nostra società dovrebbe essere in grado di far sviluppare le passioni di ognuno per fare in modo che tutti gli studenti arrivino al mondo del lavoro con la consapevolezza di chi sono e di cosa vogliono fare. Se un ragazzo ha la passione per la scrittura e la lettura è necessario fargli coltivare questa sua inclinazione e offrirgli gli strumenti adatti per arrivare a metterla a frutto in quell'ambito; altrettanto va fatto se è versato per la scienza o l'arte. Il problema è che invece solitamente lo studente non viene valutato per la sua forma mentis ma solo attraverso un sistema rigido di valutazione che non promuove le diversità e le peculiarità.


In un mondo sempre più strutturato in modo rigido e pragmatico, questi vari tipi di intelligenza dovrebbero essere esaltati perché sono ciò che ci rende unici, sono ciò che siamo e ciò che vogliamo essere. Per cambiare il mondo - e renderlo un posto libero e migliore - le sfumature dell'intelligenza dovrebbero diventare valori essenziali da valorizzare.

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