ordine
[ór-di-ne] s.m.
1. Disposizione, assetto di qlco. secondo un criterio razionale o pratico, funzionale o estetico
2. Regolare e ordinato funzionamento di una collettività, di un'istituzione, fondato sul rispetto delle leggi e delle norme stabilite al suo interno
Novembre è arrivato e, secondo l’ordine delle stagioni, dovrebbero cadere le foglie e la nebbia salire piovigginando agl’irti colli. A guardarsi in giro, invece, parrebbe che l’ordine naturale delle cose sia andato a ramengo e le stagioni si divertano a scambiarsi di posto a loro piacimento sconvolgendo il loro ordine con pervicace malignità. In ogni caso, a dispetto delle temperature non proprio autunnali, è giunta l’ora di mettere in ordine gli armadi per il famigerato cambio di stagione, perché di andare in giro in canottiera e sandali non se ne può più. Da uno a dieci, quanto odiate farlo? Per me, confesso, è una vera tortura. In fondo però, accingersi a ridare un ordine ad ante, cassetti e scaffali può essere anche una buona occasione per rimettere in ordine le proprie idee. E magari fare anche un po’ d’ordine nella nostra vita.
Ma vediamo di andare con ordine. Per prima cosa è necessario riuscire a domarlo, l’armadio. Lui è lì, che ti guarda, supponente e minaccioso, le fattezze severe di una fortezza medievale e l’aspetto solido di un tempio cinto da grasse colonne d’ordine dorico. Sembra sempre sul punto di esplodere, pronto a catapultarti addosso proiettili di stoffe, bottoni e cerniere, con la stessa determinazione di un generale che non ha intenzione di prendere ordini da chicchessia. Forse per riuscire nell’impresa bisognerebbe conoscere la giusta parola d’ordine come Gandalf davanti ai cancelli di Moria. Titubante e con le gambe tremanti, quindi, dici amici e avviene il miracolo: come per un ordine superiore le porte si spalancano.
Lo spettacolo che appare ai tuoi occhi è desolante: maglie, magliette, camicie, abiti e calzoni sono stipati in ordine sparso e compressi a tal punto che tentare di richiamarli all’ordine potrebbe essere impresa disperata. La tentazione di darsi per vinti e ritirarsi in buon ordine è grande, ma necessità di ordine pratico ti fanno entrare nell’ordine di idee che abbandonare il campo non è un’opzione e l’ordine del giorno va rispettato.
Come affrontare dunque l’impresa di ripristinare l’ordine costituito in mezzo a contanta anarchia? Maniche attorcigliate come tentacoli, calzini solitari e sperduti, camicie stratificate una sull’altra, abiti impiccati alle cinture, risucchianti vortici di foulards. Roba da richiedere l'intervento le forze dell’ordine! L’unico modo è scegliere un ordine di marcia: estrarre tutto l’ammasso con una ruspa e disporlo in bell’ordine davanti a noi? Decidere di procedere nella cernita seguendo un ordine cronologico, dagli abiti più vecchi ai più nuovi? Lasciarsi guidare dalla casualità di un ordine di apparizione? Razionalizzare tutto impilando secondo l’ordine alfabetico (con calzoni e calzini, giacche a fianco ai guanti, maglie insieme alla mutande)? Procedere in ordine progressivo realizzando una piramide di Cheope sistemando i capi dal più grande al più piccolo in ordine crescente?
Pensando e ripensando si è fatta sera, la giornata volge al termine e il nostro desiderio di ordine si fa sempre più tenue: lo stomaco ci dice che è l’ora di cena e tra poco alla TV c’è una nuova puntata di quella serie che tanto ci appassiona. Dove sta scritto che il nostro armadio debba assomigliare ad un hotel di prim’ordine tutto perfezione e rigore? In fondo noi, più che possedere la propensione alla precisione dell'ordine dei geometri o la scrupolosa disciplina dell’ordine benedettino, siamo sempre stati più i tipi da genio e sregolatezza. E allora, procedendo in ordine inverso, si riprende tutto quanto a manciate, si rinfila alla bell’e meglio tra scaffali e cassetti, si comprime bene in una statica da disperazione e si rimanda il tutto ad un altro giorno. D’altra parte, nell’ordine gerarchico dei tanti problemi della vita quotidiana, la perfetta geometria del nostro armadio non sarà mica poi una questione di ordine pubblico?
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