ombra
[óm-bra] s.f.
Zona di oscurità o minore luminosità prodotta dall'interposizione di un corpo opaco tra essa e la sorgente di luce
Non so se è perché l’autunno avanza e le ombre si allungano, o se è perché il futuro ci pare andare dritto verso una zona d’ombra, fatto stà che in questi giorni negli sguardi di molti sembra esserci un’ombra di tristezza. In un momento storico in cui sul mondo intero sembra incombere l’ombra della notte e chi cerca la pace viene ignorato come corresse dietro alle ombre, comincia a serpeggiare un’inquietudine, come se qualcosa stesse tramando nell’ombra per condurci sulla via del disastro. E il risultato delle ultime elezioni americane non giunge a rassicurarci. Da molto infatti, nel mondo cosiddetto globale, l’elezione del presidente degli USA non riguarda più soltanto chi vive all’ombra della bandiera a stelle e strisce.
Senza ombra di dubbio le elezioni, se svolte all’ombra della legge e del diritto, sono uno strumento fondamentale di democrazia e il risultato che ne consegue va sempre rispettato. Tuttavia è necessario ricordare sempre che la democrazia – anche se imperfetta e fatta di luci e ombre - non va mai data per scontata. Così come la libertà. E sulle reali intenzioni di chi ha vinto continua ad aleggiare un’ombra di mistero.
A dire il vero, nessuno dei campioni impegnati nella competizione elettorale è parso così convincente da levare l’ombra di ogni sospetto sulle proprie capacità o intenzioni e la speranza che alla fine chi avesse vinto avrebbe ristabilito un giusto equilibrio erano ridotte a un’ombra. Un vero teatrino di ombre cinesi: da una parte un presidente uscente, già troppo avanti negli anni tanto da sembrare l’ombra di sé stesso, che per tutto il suo mandato ha badato a lasciare in ombra la sua vice che per quattro anni è sempre vissuta nella sua ombra, senza poter mai realmente dare un saggio delle sue capacità (insomma, un bicchiere di latte con appena un’ombra di caffè); dall’altra un uomo imbarazzante come l’ombra di una macchia sulla camicia, seguito come un’ombra da uno strano individuo, metà imprenditore e metà “occhio di Sauron”, che stentiamo a credere abbia fatto tutto ciò senza un’ombra di malizia.
D’altronde non è interesse di nessuno vivere dando corpo alle ombre del sospetto, né avendo paura della propria ombra. Quindi, a conti fatti e schede scrutinate, non ci resta che sperare che quello che per i prossimi anni negli USA avrà il potere nelle sue mani non sia un governo ombra, ma che operi all’ombra della legalità e per il reale bene di tutti, dal grande finanziere di Wall Street al povero diavolo senza l’ombra di un quattrino che fatica a sopravvivere. Magari tenendo sempre un occhio dietro alla schiena del nuovo presidente per dare giusto una controllata che l’ombra di Banquo non lo segua, nata anch’essa dal regno delle ombre così come la cattiva coscienza.
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