Redazione TheMeltinPop
25 apr 2021
In occasione della celebrazione del 25 Aprile, Festa della Liberazione, vogliamo proporvi ancora una volta l'emozionante testimonianza che ci viene dalla lettura dei diari di Michele Lanata, catturato dai tedeschi e deportato nei campi di prigionia a Monaco di Baviera.
Anche i nostri soldati prigionieri in Germania, lontani da casa, dalle famiglie, sottoposti a privazioni e violenze di ogni genere, tra il '44 e il '45 aspettavano ansiosamente la fine della guerra e la liberazione della patria, sotto la gragnuola dei ripetuti bombardamenti alleati. Questi ragazzi, spesso giovanissimi, seguivano con trepidazione le poche, frammentarie notizie che in qualche modo riuscivano a raggiungerli attraverso Radio Milano, messaggi o pezzi di giornali. Leggevano o venivano a conoscenza della battaglia per la libertà portata avanti dalla Resistenza e in loro si riaccendeva la speranza nel futuro. La Resistenza combatté per tutti, anche per loro, per farli tornare a casa.
Queste sono tra le ultime pagine del suo diario di prigionia prima di attraversare a piedi la Baviera e il Brennero con altri internati. Pesava 40 kg per 1,78 di altezza. Arrivó a Bolzano dove trascorse un mese in ospedale e poi tornò finalmente a Genova. Nella primavera estate del 1945 la mamma di Michele, sfollata a Polanesi, nell'entroterra ligure vicino a Recco, ogni giorno si recava a piedi sull'Aurelia fino alla stazione di Nervi con la speranza di rivedere e riabbracciare il figlio.
Vi riportiamo anche questa poesia che contiene tutta la struggente sensazione di tristezza e malinconia che questi giovani dovettero sopportare per mesi, anni, sradicati dai loro affetti e dalla loro quotidianità in attesa di ritrovare la libertà.
Per chi fosse interessato a leggere altre parti del diario di Michele Lanata può trovarle in "Verrà un giorno che anche per noi brillerà il sole" Dal diario di Michele Lanata, catturato dai tedeschi e fatto prigioniero in un campo di concentramento a Monaco nel 1943: