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Ritratti di donne. Ruth Wakefield e Artemisia Gentileschi




Scrittrici, attrici, cantanti, scienziate, pittrici, regine, imprenditrici, cuoche, rivoluzionarie. Quanta creatività, quanto talento, idee, coraggio, orgoglio dentro all'anima dell'universo femminile. Partendo da Agatha Christie per arrivare a Whitney Houston, attraverso Marilyn Monroe, Mary Shelley, Rose Montmasson, la vedova Clicquot e molte altre, "Ritratti di donne" (Morellini Editore, 2023) ci presenta un gruppo di donne che meritano di essere conosciute per la loro esperienza di vita e per quello che ci hanno lasciato.


Ventotto autrici per ventotto racconti, scritti per raccontarcele, tracciandone una breve biografia e aprire una finestra su un momento particolare della loro vita, come se, per qualche istante, noi fossimo lì, a fianco a loro, per vederle muoversi e agire nel loro mondo. E raccoglierne in quei brevi e preziosi tratti la loro eredità e tutta la loro umanità.


Per farvele conoscere meglio e capire lo spirito che ha animato questo progetto nato da un'idea di Sara Rattaro, Themeltinpop ve le presenterà ad una ad una attraverso le loro parole.



 

Cristiana Melli presenta Ruth Wakefield


Perché hai scelto proprio questa donna?


Confesso di essere una cookies addicted. Così, tempo fa,ricercai la storia dei chocolate chip cookie se scoprii Ruth. Mi ha colpito che la creatrice di questa delizia fosse una chef donna diventata famosa negli anni ’30 del secolo scorso, in un settore che, ancora oggi, vede una forte presenza soprattutto maschile.

Più scavavo nella sua storia e più mi colpiva l’audacia con la quale ha creduto nella sua passione, senza demordere. Nonostante le poche possibilità economiche, Ruth ha osato ed è riuscita a realizzare un sogno: è stata in grado di dar vita non ad un semplice ristorante, ma a un luogo speciale nel quale deliziare i palati dei suoi clienti, uno spazio mai visto prima in quell’angolo di mondo. Toll House Inn, oltre a proporre le ghiottonerie di Ruth, era curato in ogni minimo dettaglio per offrire un’esperienza sensoriale unica. Inoltre, malgrado la Grande depressione e l’avvento della seconda Guerra Mondiale, è riuscita a mantenere in vita il suo sogno e a trasformarlo in qualcosa di memorabile grazie ai cookies spediti ai militari al fronte.

Infine, dobbiamo pensare che nessun paese al mondo ha una tradizione culinaria così ricca come quella italiana, soprattutto se facciamo il paragone con gli Stati Uniti. Per questo, ho ammirato il coraggio di Ruth nel voler creare una tradizione culinaria americana, tenendo presente la forte multiculturalità del suo paese. La stessa Julia Child, chef americana che tutti hanno avuto modo di conoscere, grazie al film con Meryl Streep, divenne famosa ma in veste di paladina della cucina francese. Ruth, invece, ambiva a creare qualcosa di nuovo, originale e unico,e dal suo libro di ricette lo si evince.



Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?


Le direi che è stato bello conoscerla perché la sua storia è una bella storia: infonde speranza e voglia di osare. Le chiederei però anche il segreto per aver saputo trasformare circostanze avverse in opportunità, perché lei ebbe questo talento e non è da tutti. Infine, vorrei sapere quanto del successo ottenuto sia stato merito anche del suo staff e della collaborazione con la sua sous-chef Susan Brides e, sicuramente, della pazienza di quest’ultima: Ruth non aveva certamente un carattere facile per quanto ho potuto capire.



Una curiosità in più su di lei che racconteresti ai nostri lettori?


Il famoso giornalista Ernie Pyle, Premio Pulizter ed editorialista di fama mondiale, disse di Ruth che era in grado di cucinare “a orecchio”, perché sapeva riprodurre una ricetta perfettamente bilanciata in ogni ingrediente dopo averla soltanto assaggiata. La sua abilità non era poca cosa.



Raccontaci qualcosa su di te e sulla tua passione per la scrittura.


Da sempre, sogno ad occhi aperti e immagino scene, storie e variazioni di queste storie. Leggo, trascrivo e poi scrivo. Tre anni fa iniziai a scribacchiare un romanzo e mentre cercavo consigli è arrivato l’incontro con Sara Rattaro e da lì è iniziato un percorso che mi arricchisce tantissimo, anche umanamente, e che spero continui, il modo più bello che potessi trovare per apprendere gli strumenti utili a governare una mente inquieta.


Cristiana Melli vive a Reggio Emilia con la sua famiglia, una cagnolina

dolcissima e una gatta selvatica. Laureata in Scienze Politiche con un

master in Management ma anche appassionata di canto, ha unito le due

competenze lavorando nel settore dello spettacolo dal vivo come responsabile

organizzativo e booking agent. Da sempre amante della lettura

e della scrittura, collabora da diversi anni con alcuni enti come lettrice

di audiolibri per ipovedenti. Sta frequentando i corsi di scrittura creativa

proposti da Sara Rattaro e questo è il suo primo racconto.

Instagram: @crimelli_






 

Francesca Monaco presenta Artemisia Gentileschi


Perché hai scelto proprio questa donna?

Da Wikipedia

Perché il fascino di Artemisia Gentileschi ha attraversato i secoli, conquistando anche me. Donna emancipata e indipendente, fu una pittrice capace non solo di spiccare ma anche di innovare in una società tendenzialmente chiusa e maschilista. Per conquistarsi un posto nella storia scelse una delle strade più difficili e lo fece così bene da meritarsi la palma di più grande artista dell’età barocca. Il legame che ha unito le sue vicende personali alle originali opere d’arte, raffiguranti donne ribelli e coraggiose, più eroine che sante, l’ha fatta entrare nella leggenda come antesignana del femminismo. Non poteva mancare in una raccolta dedicata alle grandi donne del passato.



Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?


La ringrazierei per il coraggio dimostrato, per non essersi fermata di fronte a nulla pur di vedere riconosciuti i propri diritti. Si ribellò allo stupro subito trascinando il suo carnefice in tribunale, affrontò torture e umiliazioni restando ferma nella certezza della sua innocenza. Oggi, in un mondo in cui la violenza sulle donne è ancora un dramma con cui doversi rapportare, le direi che storie come la sua possono essere un esempio positivo per tutte noi, affinché non perdiamo la voce né la forza di denunciare.


Una curiosità in più su di lei che racconteresti ai nostri lettori?


Forse non tutti sanno che fu la prima pittrice a pretendere, e ottenere, di firmare i suoi quadri (alla figlia di Tintoretto, ad esempio, li firmava il padre). Una cosa talmente moderna che non c’era neanche il termine per descriverla, non esisteva ancora la parola pittrice, così la chiamarono “la pittora”. Fu inoltre la prima pittrice donna a essere ammessa alla prestigiosa Accademia delle Arti del disegno di Firenze, dove si trasferì dopo lo scandalo del processo romano.


Raccontaci qualcosa su di te e sulla tua passione per la scrittura.


La mia passione per la scrittura è nata durante l’adolescenza, ma soltanto a quarant’anni ho coronato il sogno di pubblicare il mio primo libro. Da allora non mi sono più fermata, perché scrivere per me è salvezza, è leggerezza, è libertà. Ho frequentato corsi e scuole di scrittura, tra cui La Fabbrica delle storie di Sara Rattaro, grazie alla quale ho consolidato la mia passione e preso spunti per nuove avventure. L’obiettivo è crescere e migliorarmi ogni giorno, perché solo prefiggendomi nuovi traguardi posso aspirare a stare bene con me stessa. Tutti vogliamo appartenere a qualcosa, io ho scelto di appartenere alla scrittura.


Francesca Monaco, nata a Macerata e laureata in Scienze Politiche, si

dedica da anni alla scrittura. Con Trenta Editore di Milano ha esordito

con il Manuale di sopravvivenza agli uomini e ai dolci, con Ventura

Edizioni di Senigallia ha pubblicato Ormoni & Limoni e Come ti cucino

il virus. Diario di sopravvivenza a una pandemia. Ha frequentato corsi e

scuole di scrittura, tra cui La Fabbrica delle Storie di Sara Rattaro, grazie

alla quale un suo racconto è stato pubblicato nell’antologia Questione di

scelte, edita da Morellini.

Instagram: @franci_monaco_


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