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  • Immagine del redattoreRedazione TheMeltinPop

Ritratti di donne. Loie Fuller e Elisabetta II




Scrittrici, attrici, cantanti, scienziate, pittrici, regine, imprenditrici, cuoche, rivoluzionarie. Quanta creatività, quanto talento, idee, coraggio, orgoglio dentro all'anima dell'universo femminile. Partendo da Agatha Christie per arrivare a Whitney Houston, attraverso Marilyn Monroe, Mary Shelley, Rose Montmasson, la vedova Clicquot e molte altre, "Ritratti di donne" (Morellini Editore, 2023) ci presenta un gruppo di donne che meritano di essere conosciute per la loro esperienza di vita e per quello che ci hanno lasciato.


Ventotto autrici per ventotto racconti, scritti per raccontarcele, tracciandone una breve biografia e aprire una finestra su un momento particolare della loro vita, come se, per qualche istante, noi fossimo lì, a fianco a loro, per vederle muoversi e agire nel loro mondo. E raccoglierne in quei brevi e preziosi tratti la loro eredità e tutta la loro umanità.


Per farvele conoscere meglio e capire lo spirito che ha animato questo progetto nato da un'idea di Sara Rattaro, Themeltinpop ve le presenterà ad una ad una attraverso le loro parole.



 

Chiara Buoni presenta Loie Fuller


From Wikimedia Commons by Metropolitan Museum of Art

Perché hai scelto proprio questa donna?


Adoro la danza, ho ballato fino a vent’anni. Mentre approfondivo la vita di Loïe Fuller mi sono chiesta a lungo il perché mi fosse entrata nel cuore in modo così profondo. È stato scoprire alcuni aspetti della sua storia personale a renderla ancora più speciale: era una donna e una ballerina libera dagli schemi, non convenzionale. Era tenace al limite dell’ostinazione, disposta a sacrificare persino la salute pur di inseguire il suo sogno. Ma dietro la grande artista, musa della Belle Époque, si nascondeva anche un’anima fragile, ossessionata dalla paura che lei e le sue danze venissero dimenticate. Questo contrasto mi ha colpito più di tutto e un po’ mi appartiene.

Oltre a questo sono rimasta affascinata dal suo talento innato per la sperimentazione e dalla sua sete di conoscenza in molti campi scientifici. Proveniva da una famiglia modesta e aveva studiato sempre da autodidatta, anche nella danza, ma questo non l’aveva frenata dallo stringere amicizia con alcuni degli scienziati più importanti della sua epoca, tra cui i coniugi Curie e l’astronomo Camille Flammarion.


Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?


Cosa le direi? La ringrazierei per avermi fatto sognare, per avermi affascinato, per essere stata oggi anche la mia Fata della luce. Una luce che ha rischiarato la mia strada con il suo esempio: mai abbandonare i propri sogni a nessuna età!


Una curiosità in più su di lei che racconteresti ai nostri lettori?


Due sono le curiosità che mi hanno attirato di più. Si dice che Loïe non amasse molto il modo in cui Henri Toulouse-Lautrec la raffigurava nelle sue litografie perché secondo lei non riuscivano a trasmettere l’anima con cui danzava e che non glielo mandasse a dire. E pensare che sono proprio queste, le rappresentazioni più celebri con cui si ricorda la sua Danza serpentina. L’altra è una curiosità tecnica sui costumi di scena. Loïe riusciva a calcolare in anticipo e in modo esatto quanti metri di stoffa erano necessari per riprodurre ogni singola figura delle sue esibizioni.


Raccontaci qualcosa su di te e sulla tua passione per la scrittura.


Una passione che ho sempre rincorso fino a un anno e mezzo fa. C’era sempre qualcos’altro che aveva la priorità e che mi frenava. A inizio 2020 dopo la morte di mia mamma la scrittura è diventata una terapia per buttare fuori il mio mondo interiore spezzato. Poi ho capito che mi sarebbe piaciuto davvero scrivere anche per gli altri, restituire un po’ di quella magia che altri, fino ad allora, mi avevano regalato con le loro parole. A marzo 2022 ho incontrato sul web i corsi di scrittura creativa di Sara Rattaro e questo bisogno ha bussato così forte alla mia porta che ho deciso di rispondere come si fa con le cose urgenti. Ritratti di donne e Loïe Fuller sono i primi pezzi del sogno che si avvera e non finirò mai di ringraziarla per avermi coinvolto in questo progetto meraviglioso.


Chiara Buoni è nata a Viareggio (LU), diplomata alla S.S.I.T di Pisa in

inglese e tedesco, nella vita è un’agente di commercio. La passione per la

scrittura l’ha rincorsa fin da bambina, cedendo sempre il passo agli impegni

della vita. All’inizio del 2022 ha bussato talmente forte alla sua porta

che ha deciso di aprirle come si fa con le cose urgenti. Ad attenderla ha

trovato i corsi di scrittura di Sara Rattaro ed eccola al debutto su carta in

compagnia di tante splendide donne. Instagram: @chiara.buoni2020



 

Marta Carestini presenta Elisabetta II



From Wikimedia Commons

Perché hai scelto proprio questa donna?


Ho scelto Elisabetta perché mi piaceva l’idea di raccontare un’icona che ha rappresentato un pezzo di storia, un personaggio carismatico e senza tempo. Ho adorato la sua forza, la sua determinazione e il suo senso del dovere ma ho anche scoperto un’Elisabetta più umana, con le sue paure e le sue fragilità, eternamente combattuta tra l’essere donna, moglie e madre e regina del suo popolo. L’episodio che ho scelto di raccontare rappresenta uno spartiacque nella sua vita perché Elisabetta arriverà in Kenya come principessa e ripartirà come regina. È stato bello approcciarsi a questo periodo della sua esistenza perché è meno conosciuto e getta le basi al suo lungo regno, costellato da successi ma anche da tanti dolori.


Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?


Se avessi potuto incontrarla le avrei chiesto se avesse mai provato ad immaginare una vita senza la corona e se dentro di lei trovassero posto dei rimpianti su quello che poteva essere e invece non era stato.


Una curiosità in più su di lei che racconteresti ai nostri lettori?


La scelta di Elisabetta di indossare sempre colori allegri e sgargianti non era solo un fatto di gusto personale ma una questione di sicurezza perché la sovrana doveva essere sempre facilmente individuabile.


Raccontaci qualcosa su di te e sulla tua passione per la scrittura.


Mi chiamo Marta, vivo a Genova con mio figlio Michele, veleggio verso la cinquantina e faccio la maestra di scuola primaria da quasi venticinque anni. Ho da sempre una passione quasi compulsiva per la lettura e da bambina mi dilettavo anche con la scrittura, cimentandomi con piccoli racconti. La vita poi mi ha portato a chiudere nel cassetto questa passione, che è ritornata alla ribalta in questi ultimi anni. Un giorno, per puro caso, ho ascoltato sul web un webinar di Sara Rattaro, che conoscevo come scrittrice ma non come insegnante di scrittura. Da lì è partito tutto: i corsi, le palestre di scrittura, lo studio, la pubblicazione di due racconti nelle antologie pubblicate da Morellini e curate da Sara Rattaro, “Questione di scelte” e “Ritratti di donne”, e tanti progetti per il futuro. La cosa più bella è stata proprio conoscere tante persone meravigliose, con cui condividiamo le stesse passioni ma anche spaccati di vita. Fare qualcosa che amo, nonostante le difficoltà, rende più belle le mie giornate e mi ha permesso di coronare il sogno di scrivere, un sogno che sto vivendo ancora adesso e che spero non finisca mai.


Marta Carestini è nata a Genova nel 1973. Laureata in pedagogia e in

filosofia, insegna da quasi venticinque anni nella scuola primaria. Ama

da sempre leggere e scrivere e negli ultimi anni ha cominciato a frequentare

corsi di scrittura, dove coltiva il suo desiderio di imparare cose nuove

e il piacere di condividere le proprie passioni con nuovi amici. Con Morellini

Editore ha pubblicato un racconto nell’antologia Questione di scelte

della scuola di scrittura “Fabbrica delle storie” di Sara Rattaro. Instagram: @martacarestini



Lucia Caponetto legge Elisabetta II

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