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Ritratti di donne 2. Nellie Bly e Margherita di Savoia




"Ritratti di donne 2"(Morellini Editore), storie di donne scritte da donne.

Ventisette nuove storie per altrettanti personaggi femminili, figure che hanno lasciato un segno, che si sono distinte nel campo in cui hanno messo a frutto il loro talento, la loro determinazione, il loro coraggio. Piccoli ma significativi frammenti delle loro vite, ancora una volta raccolti e raccontati con passione dalle allieve della scuola di scrittura La Fabbrica delle storie della scrittrice Sara Rattaro.



 

Linda Rossi presenta Nellie Bly



Perché hai scelto proprio questa donna?


Da Wikipedia

Quello che ho visto in Nellie Bly è forse quello che ho sentito mancare in me, per questo ho deciso di scrivere di lei.

Tutti proviamo la terribile sensazione di avere dei rimpianti: occasioni mancate che se tornassimo indietro afferreremmo al volo. Con il senno di poi, è sempre facile, no?

Ecco, in Nellie Bly, invece, ho visto il coraggio di cogliere subito ogni opportunità che le si è presentata, senza esitare o badare all’opinione altrui, mantenendo la propria integrità, anche quando il rischio era alto.

E lo ha fatto non solo per rivalsa personale, ma anche per svincolare altre donne come lei dagli stereotipi che la società dell’epoca imponeva loro e per difendere i loro diritti.

La sua storia per me è un invito a continuare a perseguire i miei sogni, a non avere paura di saltare a piedi pari nelle situazioni che mi spaventano, e ad afferrare le occasioni che la vita mi pone davanti e che potrebbero farsi sempre più rare, con lo scorrere del tempo.

 

Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla? 


Le farei solo una domanda: le chiederei se ha mai avuto paura, perché all’apparenza, sembra che niente la spaventasse.

 

Una curiosità in più su di lei che racconteresti ai nostri lettori?


Il vero nome di Nellie Bly era Elizabeth Jane Cochran. Quando ottenne il suo primo impiego come giornalista, doveva trovare uno pseudonimo, questa era la regola per le donne all’epoca: non potevano firmare gli articoli con il loro vero nome. Uno dei redattori propose Nelly Bly, come il titolo di una canzone di Stephen Foster del 1849, ma quando stamparono il primo articolo sbagliarono a scrivere e Nelly divenne Nellie, senza “y” finale.

 


Raccontaci qualcosa di te e della tua passione per la scrittura.


Da bambina odiavo scrivere. Pensavo di non esserne capace.

Quando ero alle elementari, cimentandomi con i primi temi, andavo giù di testa perché non mi venivano idee, i miei scritti erano striminziti e la maestra mi incoraggiava ad andare più a fondo rispetto agli argomenti che ci chiedeva di trattare.

Per me era molto frustrante ed ero convinta di essere più portata per le materie scientifiche (e anche lì, ci sarebbe da aprire un trattato, con i conti sono un disastro!).

Poi ho scoperto la lettura: mi rintanavo nei libri in continuazione, appena potevo, e lì dentro mi perdevo. Così, ho cominciato a scrivere le prime “poesie”, come le chiamavo io, ma erano semplicemente dei pensieri che buttavo giù, quando arrivava l’ispirazione. Poi sono passata ai racconti e da adulta ho capito che era arrivato il momento di studiare scrittura creativa in modo più serio. Ed eccomi qua.



 

Margherita Ciociano presenta Margherita di Savoia



Perché hai scelto proprio questa donna?

 


Le figure regali, e in particolare le regine, mi hanno da sempre affascinato. Ho scelto di raccontare Margherita di Savoia, la prima regina dell’Italia unita, per la sua straordinaria personalità.

Donna raffinata e colta, grazie anche al suo talento nelle relazioni interpersonali, ha saputo fin da subito conquistare le simpatie del popolo italiano. Sono rimasta colpita dalla sua modernità e di lei ho amato soprattutto la nobiltà d’animo, l’umanità e il suo essere vicina alla gente.

 

Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?

 

Margherita di Savoia è diventata molto popolare ed è riuscita con il suo carisma a influenzare mode e stili di vita imponendo i propri gusti e modelli in fatto di abiti e gioielli in un’epoca in cui i social non esistevano. Senza saperlo è stata una influencer di fine Ottocento. Le chiederei se e come avrebbe utilizzato gli strumenti tecnologici, in particolare i social che abbiamo oggi a disposizione.

 

Una curiosità in più su di lei che racconteresti ai nostri lettori? 

 

Margherita di Savoia è stato un personaggio eclettico. Oltre a sostenere la cultura in tutte le sue forme, aveva degli hobbies, insoliti per una regina e sicuramente non comuni per una donna di quel tempo. Aveva la passione per l’automobilismo: è stata una delle prime utilizzatrici dell’auto, e questo ha fatto di lei una donna estremamente moderna, che guardava al futuro e al progresso. Amava la montagna e l’alpinismo: è stata la prima donna italiana a scalare il Monte Rosa e per questa sua impresa le è stato dedicato un rifugio chiamato La capanna Regina Margherita.


Raccontaci qualcosa di te e della tua passione per la scrittura.

 

Oltre alla passione per la lettura di genere diversi, ho sempre amato la scrittura.

Spinta dalla curiosità e dal desiderio di scrivere storie per bambini (nella vita insegno in una scuola primaria a Milano), dopo aver frequentato alcuni workshop e laboratori di scrittura creativa, sono andata alla ricerca di un corso che mi permettesse di imparare non solo le principali tecniche narrative ma che mi facesse conoscere più da vicino il mondo dell’editoria. Quattro anni fa durante la presentazione di un romanzo, ho conosciuto l’editore Mauro Morellini e con lui la scuola La Fabbrica delle Storie e i corsi organizzati dalla casa editrice tenuti da Sara Rattaro.

Ho frequentato il percorso di scrittura base, durante il quale non solo ho acquisito i fondamenti per una buona scrittura, ma ho accettato la sfida di scrivere un racconto poi pubblicato nell’antologia di fine corso. Dopo questa esperienza, l’anno scorso ho partecipato al progetto Ritratti di donne, un percorso di studio di livello superiore sempre ideato dalla direttrice di collana Sara Rattaro. Grazie a questa nuova formazione non solo ho arricchito la mia “cassetta degli attrezzi”,ma sono cresciuta umanamente, sostenuta dal confronto continuo con figure professionali del settore e con le mie compagne di viaggio che come me hanno deciso di approfondire e raccontare la propria donna straordinaria.

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