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Le recensioni di Valerio Calzolaio



di Valerio Calzolaio


"Una settimana in giallo"


Autore: AAVV (Alicia Giménez-Bartlett, Longo, Malvaldi, Manzini, Piazzese, Recami, Robecchi, Savatteri, Simi, Stassi, Simona Tanzini)

Editore: Sellerio Editore Palermo Collana: La memoria Anno edizione: 2021

Pagine: 484 p., Brossura



Tempi e luoghi differenti ma consueti. A Barcellona Delicado e Garzón affrontano la morte, probabilmente per avvelenamento, di Ismael Gómez Lahuerta un bel 31enne; era sposato con Asunción del Corral Medina, una parrucchiera 53enne, madre della robusta 25enne Sara. Il commissario Coronas è nervoso e mette loro fretta, fra l’altro deve ricevere in ufficio un certo Montalbano della polizia italiana, in visita ufficiale. L’autopsia si fa attendere e dopo qualche giorno evidenzia, a sorpresa, che c’erano tracce di tallio nell’organismo. Petra pensa che l’amore è insieme la peggiore delle fregature e la più grande delle ricompense e, pur probabilmente non avendo letto David Cooper, che in tutte le famiglie ci sono buoni motivi per desiderare la morte di uno dei suoi componenti. Forse. A Milano Monterossi, Falcone e Cirielli ricevono un nuovo cliente dell’Agenzia investigativa Sistemi Integrati: il notaio 46enne Francesco Ghisoni li incarica di verificare se sia rintracciabile entro pochi giorni un primogenito concepito nel 1961 con una domestica e non riconosciuto, comunque prima dell’apertura del testamento del ricchissimo padre deceduto, con i familiari affamati di eredità e desiderosi di non spartirla (mentre gli sarebbero potuti essere destinati un quarto di liquidità e quote, oltre a molto altro); scoprono che ama La nuvola in calzoni di Majakovskij (soggetto teatrale per Camilleri), gli altri eredi della famiglia ufficiale non lo vedrebbero comparire con letizia. Forse. E poi a Palermo La Marca, a Napoli Acanfora, a Roma Corso (con Osvaldo Soriano), a Màkari Lamanna, a Pineta Massimo e Alice, su un’isola siciliana Viola, a Pisa Corbo, a Milano nella casa di ringhiera la famiglia Giorgi, sul Monte Bianco Schiavone hanno tutti circa una settimana per risolvere inediti misteri, più raramente veri e propri delitti.


Ennesima (quattordicesima?) antologia di racconti gialli per la casa editrice palermitana, scritti per l’occasione, in continuità con le accorte riuscite sperimentazioni che hanno costituito una svolta nel genere del genere. Per l’edizione 2021, qualità media ottima, testi godibili, intrattenimento garantito. Le ho recensite tutte (dal 2011) e questa è la prima pubblicata in assenza di Andrea Camilleri, ideata e scritta dopo la sua morte. Così oltre alla solita regola valida per tutti, ogni volta diversa, qui l’intervallo settimanale di tempo per le vicende narrate, è stato concordato un omaggio al maestro, con un qualche ruolo assegnato a Camilleri o al suo principale personaggio in ognuno dei racconti, sempre a proprio modo e in tre casi attraverso una presenza obliqua tutta da decifrare. Sono undici gli autori coinvolti della scuderia Sellerio: Alicia Giménez-Bartlett, Robecchi, Piazzese, Longo, Stassi, Savatteri, Malvaldi, Simona Tanzini, Simi, Recami, Manzini. Il tema (un po’ forzato, ma ben gestito) sono i sette giorni di un’unica settimana “in giallo”, perlopiù contemporanea. La lunghezza è omogenea (poco più lungo Savatteri, come al solito; più brevi

Tanzini e Simi), la raccolta ribadisce una contaminazione che non inficia gli stili noti e amati di ogni autore, come d’abitudine quasi tutti narranti in prima persona (eccetto Robecchi, Malvaldi, Manzini), talora al passato e talora al presente, come caratteristico di ogni relativa serie di romanzi. Impossibile citare tutti i vini citati o le colonne sonore, ormai conoscete gli autori e si può lasciar vagare l’immaginazione con competenza.



 

"L’alba del linguaggio. Come e perché i Sapiens hanno iniziato a parlare"


Autore: Sverker Johansson

Traduzione (dallo svedese): Alessandro Storti Editore: Ponte alle Grazie Collana: Saggi Anno edizione: 2021

Pagine: 456 p., Brossura



Africa e poi ovunque. Da centinaia di migliaia di anni fa in poi, evolvendo. Nella ricerca scientifica sull’origine della nostra specie e dei suoi linguaggi si sono osservate nel mondo animale sempre più facoltà che ritenevamo prettamente umane. Non siamo poi così unici come ci piacerebbe credere. Forse l’innovazione biologicamente più eccezionale è la gestione della memoria tramite puntatori, una dotazione non specifica della lingua. I punti che ci distinguono oggi nettamente da altri animali e dai nostri parenti più stretti sono più relativi alla volontà che alla capacità: i sapiens vogliono comunicare, impulso spiegabile con l’alto livello di fiducia e cooperazione all’interno della società umana e con l’altrettanto alto livello di controllo sociale che la comunicazione consente. Probabilmente, all’interno del genere Homo, la protolingua è comparsa all’inizio dell’evoluzione, riguarda specie precedenti la nostra, progenitori comuni. Poi, la lingua si è sviluppata gradualmente, soprattutto per la svolta nell’evoluzione sociale dell'erectus (fiducia e cooperazione, appunto), in un arco di tempo molto lungo. La comparsa degli adattamenti anatomici e delle tracce culturali si estende su un arco di centinaia di migliaia di anni, in più luoghi e forme. La protolingua si è consolidata come vantaggio evolutivo, partendo da una struttura atomistica: ogni espressione (tendenzialmente parola) era un’unità semantica, senza necessariamente una struttura grammaticale interna, con una funzione comunicativa (magari non unica) di trasmissione di significati, anche con un sistema misto di suoni e gesti. Quando noi sapiens moderni abbiamo cominciato a espanderci ovunque fuori dall’Africa eravamo già parlanti a pieno titolo, con tutte le raffinatezze grammaticali e tutti gli adattamenti biologici necessari alla lingua, sempre più ramificatasi poi nelle migliaia di lingue che si parlano oggi.


Il fisico e linguista svedese Svenker Johansson (1961) nel 1990 ha abbandonato la fisica delle particelle (tesi di dottorato sulla generazione di coppie leptoniche nelle collisioni protoniche in un sincrotone in Svizzera) per dedicarsi al linguaggio e alla comunicazione umana. Oggi sappiamo molto di più sull’origine del linguaggio, anche se il quadro completo è un puzzle al quale mancano ancora tante tessere. L’autore ha preso in considerazione riferimenti scientifici di varie discipline, non solo la linguistica: biologia evolutiva, paleoantropologia, archeologia, primatologia, genetica, anatomia, etologia, neuroscienze, psicologia, evidenziando sempre quali sono le questioni controverse, dentro ciascuna e fra di loro. I titoli della tripartizione narrativa e dei capitoli riassumono l’accidentato percorso. La prima parte è più breve e non storica: riguarda la comprensione e la definizione delle varie componenti del linguaggio umano, ovvero concetti e proprietà di categorie lessicali e fonemi, di grammatiche e semantica; le caratteristiche superficiali e fondamentali della comunicazione (sconfinata espressività, inattendibilità e triadicità, soprattutto) e gli universali linguistici; la comunicazione verbale orale e scritta, concentrandosi giustamente su quella ostensivo-inferenziale. La seconda e la terza parte seguono la storia antichissima di lingua e lingue: le origini delle specie comunicanti (dai primati), ovvero le spiegazioni di Darwin, i ruoli di ereditarietà e ambiente, il cervello (eventualmente) predisposto, la scimmia cooperante; poi l’origine della lingua, ovvero i primi parlanti, il primo argomento di conversazione, l’uomo delle caverne, l’uomo culturale, le prime lingue e le prime parole, gli spunti intorno alla lingua primigenia; offrendo in fondo qualche sua risposta sul tragitto “da scimmie balbettanti” a sapiens parlanti. La bibliografia è limitata all’essenziale rispetto alla multidisciplinarietà, si chiude con le referenze iconografiche per foto e immagini (rare).



 

"Morte e vita di Bobby Z."


Autore: Don Winslow Editore: HarperCollins Italia Anno edizione: 2021 Traduzione: Alfredo Colitto

Pagine: 320 p., Brossura



California del Sud e Messico. Metà Novanta. “Ecco come a Tim Kearney capita di diventare il leggendario Bobby Z.” Tim è un giovane ladro, condannato a un periodo di ferma nei Marines e congedato con disonore, di nuovo arrestato. In carcere uccide un Hell’s Angel e allora si concretizza l’idea di un agente della Dea, causa la somiglianza con un trafficante di droga scomparso: liberare Tim (certo di essere ucciso per vendetta) se proverà a farsi passare per quello. “Morte e vita di Bobby Z.” è il primo splendido romanzo di successo di Don Winslow (New York, 1953), scritto nei pendolari trasferimenti in treno a Los Angeles e venduto subito a un produttore cinematografico (il film con Paul Walker uscirà nel 2007). La narrazione è in terza al presente (un’innovazione significativa rispetto alle prime prove, riuscite ma poco vendute), piena di ritmo ed energia. Ovviamente, come spiega l’autore, “il jazz è la colonna sonora del noir”. La riedizione consente la meritata lettura (o rilettura).



 


"Dizionario che cura le parole. Secondo volume"


Dettagli Curatore: Rete Italiana di Cultura Popolare Editore: Rete Italiana Cultura Popolare Anno edizione: 2021 Pagine: 130 p., ill. , Rilegato


Italia. 2018-2021. Da quattro anni presso il Fondo Tullio De Mauro di Torino si svolgono incontri su “Il potere delle parole”: giornalisti, studiosi e docenti di varie discipline presentano in una conferenza e poi inviano un breve testo scritto su una singola parola della lingua italiana, sostantivo o verbo, singolare o plurale. Nel 2019 furono raccolte definizioni e riflessioni su 14 lemmi: Biblioteca, Contatti, Coraggio, Cura, Educare, Famiglia, Multiculturalismo. Odio, Plurilinguismo, Politica, Populismi, Razza, Riconnessioni, Verità. A novembre 2021 è uscito il secondo volume, ognuno dei 20 lemmi (quasi tutti nuovi) è stato illustrato anche con un bel disegno a colori: Amore, Comprensione, Comunicazione, Comunità 1, Comunità 2, Cura, Democrazia, Empatia, Esclusione, Fake News, Forza, Giornalismo, Ignoranza, Innovazione, Libertà, Merito, Migrare, Potere, Pubblico, Resistenza. Il grande linguista Tullio De Mauro (Torre Annunziata, 1932 – Roma, 2017) molto rifletté sull’analfabetismo funzionale, che in parte prescinde dal livello di scolarizzazione e dalle classi sociali: circa la metà degli italiani liberamente non legge libri, due terzi non capisce quello che legge (anche sugli organi d’informazione, pure sui social ora), alcuni milioni di italiani hanno una completa incapacità di lettura. Nel 1980 pubblicò una Guida all’uso delle parole che in appendice elencava quasi 5000 parole non fondamentali ma “di base”, tutte insieme minimo comun denominatore da costruire per cittadini che avessero fatto anche le medie inferiori, o usate con maggiore frequenza in un campione di testi italiani scritti (non stanno necessariamente nei nostri pensieri ma stanno nell’uso di tanti nostri concittadini) o legate a oggetti, fatti, esperienze ben noti a tutte le persone adulte nella vita quotidiana (stanno nei nostri pensieri anche se non le utilizziamo quasi mai). Il dizionario di oggi si muove sul solco del maestro.


Il Fondo Tullio De Mauro è nato dalla donazione del linguista e della moglie Silvana Ferreri nel 2011 alla Rete Italiana di cultura popolare e riassume un decennale lavoro di ricerca, comprendendo dizionari e grammatiche dialettali, saggi di linguistica, dialettologia e antropologia, testi letterari di narrativa, poesia dialettale e teatro, raccolte di filastrocche, canti e fiabe, che includono in particolare una significativa presenza bibliografica relativa alle lingue di minoranza. Nel settembre 2017 al patrimonio bibliotecario è stato attribuito lo status di eccezionale interesse culturale da parte della Sovrintendenza ai Beni Archivistici del Piemonte e della Valle d’Aosta, su designazione ministeriale. La Rete italiana di cultura popolare è un’associazione di promozione sociale che ha sviluppato sul campo progetti capaci di ascoltare e di affiancare le comunità locali, a partire dallo studio dei riti e delle feste tradizionali, al modo in cui si costruiscono sentimenti di appartenenza o viceversa di estraneità, alle condizioni e risorse di integrazione e inclusione. La Rete è un laboratorio composto da enti, associazioni, scuole, gruppi e singoli cittadini che partecipano all'ideazione e (re)invenzione di nuove forme di comunità, partendo dai bisogni che emergono dalle narrazioni di chi abita i territori. Fondo e Rete hanno sede a Torino e svolgono iniziative anche in molte altre realtà sociali (https://www.reteitalianaculturapopolare.org/chi-siamo.html). Nell’introduzione al secondo volume del dizionario, la sociologa Chiara Saraceno spiega il viaggio collettivo per prendersi cura delle parole: l’uso appropriato, la consapevolezza delle sfaccettature, le comunicazioni dialoganti di senso fra più parlanti e ascoltanti, i testi presentati come carte di navigazione parziali ed aperte. Fra gli autori Marco Aime, Eva Cantarella, Sabino Cassese, Federica Patti, Bruno Segre.



 


"Il terzo uomo"


Autore: Graham Greene Traduttore: Alessandro Carrera Curatore: Domenico Scarpa Editore: Sellerio Editore Palermo Collana: La memoria

Anno edizione: 2021 Pagine: 216 p., Brossura


Vienna. Febbraio 1948. La città è rasa al suolo, devastata e spartita in zone dalle Quattro Potenze: russa, inglese, americana e francese, regioni delimitate da cartelli, la Innere Stadt (con presidenza a turno) circondata dal Ring con i suoi grevi edifici pubblici e le sue statue arroganti. Vi arriva Rollo Martins, scrittore di western, invitato per un servizio giornalistico dal suo caro amico Harry Line. Subito deve, invece, andare al funerale di Harry. Calloway, un funzionario di Scotland Yard, gli suggerisce di indagare, lui incontra l’ex fidanzata. Poi, dopo una settimana, vede passare Harry sullo Strand: che accidenti è successo e sta succedendo? Questo bel romanzo uscì anni dopo la stesura, fu scritto per essere visto non letto, divenuto il magnifico film di Carol Reed, “Il terzo uomo” (1949). Lo spiegò trent’anni dopo lo stesso Graham Greene, straordinario scrittore e diplomatico inglese (Berkhamsted, 1904 - Corsier-sur-Vevey, Svizzera, 1991), nella prefazione al cartaceo.



 

"Comunicare ambiente e salute. Aree inquinate e cambiamenti climatici in tempi di pandemia"


Curatore: Liliana Cori, Simona Re, Fabrizio Bianchi Editore: ETS Collana: PiGRECO. Clima, Ambiente, Salute Anno edizione: 2021 Pagine: 310 p., ill. , Brossura


Italia. 2006-2020. Da quindici anni una legge italiana ha individuato 42 siti di interesse nazionale (SIN) dove si consumarono fallimenti industriali e sviluppo insostenibile, intrecciando diseguaglianze sociali e contaminazioni industriali, rappresentativi di circa il 3% del territorio e di circa il 10% della popolazione. Una struttura del CNR organizzò nel novembre 2020 un convegno sulla comunicazione nelle aree a rischio (queste e non solo). Ora l’ottimo volume collettaneo curato dai quattro studiosi Fabrizio Bianchi, Luca Carra, Liliana Cori e Simona Re, Comunicare ambiente e salute”, raccoglie le sedici interessanti relazioni e comunicazioni (distribuite in quattro parti), inaugurando la bella collana PiGreco. Clima, ambiente, salute, intitolata al grande comunicatore scientifico Pietro Greco (Barano d’Ischia, 1955), per anni direttore del master in comunicazione delle scienze alla Sissa di Trieste e caporedattore de Il Bo Live fino all’improvvisa scomparsa il 18 dicembre 2020.



 

"Tre madri"


Autore: Francesca Serafini Editore: La nave di Teseo Collana: Oceani Anno edizione: 2021 Pagine: 304 p., Brossura


Montezenta (piccolo centro romagnolo). 11 gennaio 2019. La 33enne commissaria Lisa Mancini è chiusa nel suo ufficio a giocare a Candy Crush Soda. Sei anni prima era già in carriera, un quartiere della periferia romana, poi la Mobile e l’Interpol di Lione, da quattro mesi ha improvvisamente avuto il trasferimento. L’agente Codeluppi riceve la chiamata preoccupata di Aimee per la scomparsa figlio 15enne River, di origine inglese, e lei decide di intervenire subito. S’immerge nelle storie, bellezze e miserie delle comunità di un paese come tanti: un ragazzo morto c’è ma non è River che pure non si trova; tornano dal passato (anche suo) ingiustizie e dolori, conflitti e misteri, cattiverie e passioni; tutto accompagnato da una straordinaria colonna sonora, fra De André (“Tre madri”, lo stesso titolo del romanzo) e Thom Yorke con i Radiohead (“Karma police”). Un bell’esordio letterario per Francesca Serafini (Roma, 1971), linguista e ottima sceneggiatrice. Finalista allo Scerbanenco 2021.



 


Valerio Calzolaio (1956) è giornalista e scrittore. Professore di Diritto Costituzionale all’Università di Macerata, è stato deputato per quattro legislature e sottosegretario al ministero dell'Ambiente dal 1996 al 2001. Tra i suoi libri ricordiamo Ecoprofughi. Migrazioni forzate di ieri, di oggi, di domani (NDA Press, 2010). Per Einaudi ha pubblicato, con Telmo Pievani, Libertà di migrare (2016).

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