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Il senso di Maurizio de Giovanni per le storie

Immagine del redattore: Redazione TheMeltinPop Redazione TheMeltinPop

BRUNO MORCHIO LEGGE MAURIZIO DE GIOVANNI





Una lettera per Sara (Nero Rizzoli, 2020)


E così siamo al terzo romanzo con protagonista questa donna che vive nel passato, esausta di ricordi che le hanno bruciato l’esistenza, capace di rendersi invisibile e materializzarsi all’improvviso, dotata di una straordinaria capacità di leggere il linguaggio corporeo grazie al lungo addestramento nella programmazione neurolinguistica, di decodificare il labiale e ascoltare le conversazioni anche a distanza: Sara, una donna di mezza età dai capelli e dall’esistenza grigia, con alcuni conti in sospeso sulle spalle – pesantissimi − e una sola, irriducibile passione: la ricerca della verità.


Con Sara Morozzi de Giovanni dà vita a un nuovo personaggio seriale e ci regala un genere letterario per lui nuovo, la spy story, anche se la sua cifra stilistica è così personale che viene difficile fare riferimento ai maestri del genere, da Graham Greene a John Le Carré: è una spy story dove si affacciano frammenti delle trame oscure della storia repubblicana, ma in cui il fuoco narrativo si incentra, come vedremo, su altro.

La protagonista ha fatto parte di una unità dei servizi segreti che, dopo la caduta del Muro, ha vigilato sulla democrazia italiana, guidata dal grande amore della sua vita, Massimiliano Tamburi, l’uomo al quale “la Mora” ha consegnato la propria esistenza, abbandonando per lui il marito e il figlio, e che un male incurabile le ha strappato per sempre. Quella tragedia, nel corso dei tre romanzi, trova una parziale consolazione: il figlio di Sara, infatti, prima di morire in un incidente, le ha lasciato qualcosa: Viola, la ragazza con cui conviveva, aspetta un bambino. E così Sara si ritroverà a fare la nonna del piccolo Massimiliano, affidato alle cure dell’ispettore Pardo, ansioso “zio” che si rivela più lungimirante nell’accudimento del bambino che nell’attività investigativa.


La presenza della nuora e del piccolo riaccendono l’affettività congelata di Sara, ma non intaccano la sua inflessibile determinazione ad arrivare alla verità nelle indagini che per accidente, nonostante sia ormai fuori dai giochi, si trova ad affrontare. E qui si manifesta la grande differenza tra de Giovanni e i maestri della spy story anglosassone: in Sara non troviamo alcun conflitto tra gli sporchi giochi della storia e gli affetti privati, tema centrale in Greene e Le Carré, declinazione nel campo della spy story della celebre divaricazione che Manchette attribuiva alla letteratura poliziesca del Novecento: il policier (giallo) si preoccupa della società, dello strappo determinato dal crimine nel tessuto sociale, il polar (noir) delle persone in carne ed ossa, delle loro vite e dei loro sentimenti. Nello scrittore napoletano i sentimenti privati sono il motore della trama, il trigger che innesca lo sviluppo della vicenda, e insieme l’ordito che le conferisce un senso e tiene insieme gli elementi narrativi, ma c’è un ingrediente che risulta ancora più forte del sentimento, ed è la incondizionata devozione al compito di trovare la verità.


Anche in questo romanzo, l’indagine muove dalla volontà di rendere giustizia a un poliziotto in fin di vita, ma in Sara emerge qualcosa di più antico e insopprimibile, qualcosa che potrebbe mettere a repentaglio le sue stesse certezze affettive: il bisogno di sapere che cosa è successo davvero trent’anni prima, di rischiarare con la luce della conoscenza un fuggevole attimo colto all’improvviso, un lampo, un’impressione subito rimossa.

E qui veniamo all’elemento che più colpisce di questo prolifico e versatile autore: la sua fertilità, la straordinaria capacità di comporre, in una scrittura chiara e talvolta musicale, gli elementi più disparati e costruire una trama coerente e avvincente che tiene il lettore incollato al libro fino all’ultima pagina. Senza mancare, alla fine e toccando le corde giuste, di commuoverlo.


Bruno Morchio




Maurizio De Giovanni è nato a Napoli nel 1958. È autore di fortunatissime serie poliziesche tradotte in molti Paesi. Ha creato le serie bestseller del commissario Ricciardi e dei Bastardi di Pizzofalcone. Per Rizzoli ha pubblicato Il resto della settimana (2015), I guardiani (2017), Sara al tramonto (2018), Le parole di Sara (2019), Una lettera per Sara (2020). Dodici rose a settembre (2019) è stato edito da Sellerio.

Con Il pianto dell’alba (Einaudi 2019) il romanzo con protagonista il commissario Ricciardi, De Giovanni chiude la serie che lo ha fatto conoscere al grande pubblico.



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