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IL MASCHILISMO ORECCHIABILE di Riccardo Burgazzi

Mezzo secolo di sessismo nella musica leggera italiana

di Antonella Sica



Collana: Il Mosaico

Anno edizione: 2021

Pagine: 160


“Maschilismo orecchiabile” analizza il lato B della canzone italiana, il suo lato oscuro, quello preso un po’ sottogamba perché, in fondo, “sono solo canzonette”; quelle che ognuno di noi ha cantato a squarciagola con gli amici sulle spiagge della sua adolescenza, oppure in solitaria sotto la doccia. Insomma quelle che, grazie alla loro orecchiabilità, non abbiamo mai… ascoltato davvero. Riccardo Burgazzi fa saltare la puntina dal vinile e ci porge una lettura di testi della musica pop italiana (dagli anni Cinquanta all’anno Zero) rivelandoci quanto, attraverso l’orecchiabilità - ovvero una fruizione passiva, possa penetrare e radicarsi con grande facilità in chi ascolta un sistema di valori che rimanda a una cultura comune che è maschilista. L’oscuro lato B delle canzonette è quello di essere “un veicolo di accesso potente alla dimensione strutturale e allo stesso tempo invisibile del dominio maschile”. Una lettura che ha lo scopo di “suscitare qualche tarlo nella mente di chi canticchia, senza badarci, gli esiti sonori di una cultura che vede un genere primeggiare sull’altro, concentrandosi su quella che può essere vista come la radice profonda della prevaricazione: il linguaggio sessista.”(pag.9)

Con uno stile ironico e divertente, sorretto da un lavoro preciso e puntuale sulle fonti e da ricche digressioni che rendono la lettura di questo saggio leggera e preziosa, Riccardo Burgazzi ci conduce, novello Virgilio, nelle otto bolge infernali del “maschilismo orecchiabile”: La donna angelo (si spiega da sola se avete letto anche solo un sonetto del Petrarca), L’isola di Circe (la donna ammaliatrice e tentatrice), La donna immobile (quella che aspetta sempre che lui torni), Se lui abbandona lei (lui deve andare perché il maschio si sa, è cacciatore) Se lei abbandona lui (in questo caso lei è una “bella stronza”), Il club dei tremendi (il trionfo dei play-boy), Di rifiuti, stalking e altre insistenze (quelli che “amar ch’a nullo amato amar perdona”) e I grandi maestri d’amore (quelli che ti spiegano il Teorema delle relazioni), in una progressione di “gravità del peccato” che termina, appunto, con le mansplaining songs.


In ogni capitolo di questo viaggio, l’autore ci porta alle radici della nostra cultura, ai topoi che hanno ispirato i testi, permettendo di continuare a tessere la vecchia tela di Penelope della disparità fra i due sessi. Da Catullo a Petrarca, da Esiodo a Tommaso d’Aquino, da Virgilio a Verdi; ogni capitolo parte da lontano; da così lontano da farci percepire quanto poco sia cambiata nei secoli la visione della donna e della relazione fra i due sessi. “E quanto sarebbe stato fiero il vecchio Petrarca di Raf, del suo testo dedicato alla più bella del mondo?” scrive l’autore nel capitolo dedicato alla donna angelicata. Il vecchio Petrarca che “ha nociuto ai posteri con sta ossessione per una donna modello da adorare” e che ha influenzato la cultura di mezza Europa “cosicchè potessimo cantare, settecento anni dopo, all toghether e struggevolmente, durante “chiare sere d’estate, il mare, i giochi le fate” che “mi manca da morire quel suo piccolo grande amore”! Particolarmente attuale il capitolo Di rifiuti, stalking e altre insistenze, che è quello in cui, nonostante il conforto dello stile ironico dell’autore, la lettura dei testi senza il sostegno della musica fa rabbrividire. La scelta antologica di Burgazzi è molto varia e, oltre ad accogliere testi che molto facilmente sono ascrivibili a questo capitolo come Ricominciamo di Adriano Pappalardo, ne prende in considerazione alcuni in cui il messaggio è più nascosto e quindi più pernicioso come, ad esempio, la melodica e apparentemente innocua Legata ad un granello di sabbia di Nico Fidenco


mi vuoi lasciare e tu vuoi fuggire ma sola al buio tu poi mi chiamerai ai...ai ai ai. ti voglio cullare, cullare posandoti su un'onda del mare, del mare legandoti a un granello di sabbia così tu nella nebbia più fuggir non potrai e accanto a me tu resterai...ai...ai ai ai.

o l’evergreen Cuore Matto di Little Tony (1967)


Un cuore matto, che ti segue ancora E giorno e notte pensa solo a te E non riesco a fargli mai capire Che tu vuoi bene a un altro e non a me.

Quelle che a prima vista sembrano innocue strofe di canzonette d'amore, ci parlano in realtà di un desiderio di possesso che si avvicina alla costrizione fisica (legata a un granello di sabbia) e di un'incapacità di distacco che conduce allo stalking (un cuore matto che ti segue ancora). Tutto questo perché gli uomini, come scrive l’autore citando il filosofo Lorenzo Gasparrini, sono “diseducati alla ricezione del rifiuto sul piano sentimentale”. E degli effetti di questa lettura sessista dell'amore sono piene le cronache.

"Maschilismo orecchiabile" si rivela quindi una lettura piacevole e mai banale, che, come una matrioska, apre a nuove interpretazioni di testi molto conosciuti e poco realmente ascoltati, grazie anche alla ricca bibliografia che l’autore crea nel corso della sua analisi.




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