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"Cortocircuito" di Davide Bressanin



di Emanuela Mortari


Con Cortocircuito, Davide Bressanin si conferma un’originale voce ironica nel panorama noir italiano



Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova, diceva Agatha Christie. Ci sentiamo di contraddirla perché con Cortocircuito, il genovese Davide Bressanin ci conferma di essere una voce originale nel panorama del noir italiano, dopo averci sorpreso con cRimini (entrambi i volumi pubblicati da Damster, editore modenese che si sta specializzando in letteratura gialla).


A caratterizzare le sue opere un’ironia di fondo che rende inconfondibile la sua scrittura, pur affrontando tematiche molto difficili, situazioni tipiche dell’hard boiled, scardinando però il tipico cliché dell’investigatore duro e puro.


Il suo Alfredo “Fred” Sonetto è tutto fuorché la persona giusta nel momento giusto: fa il detective privato per l’agenzia di Guglielmo Sabato quasi per caso e compie errori a ripetizione, ne abbiamo la prova nel primo inseguimento che apre il libro: una moglie fedifraga da incastrare con foto inequivocabili. Le cose non andranno come previsto, con esiti esilaranti. Più volte Sonetto è costretto a pensare: "Queste cose a Philip Marlowe non sono mai capitate, ne sono sicuro".


Quando gli tocca cercare la figlia di una famiglia della Genova bene che ha “perso la via” si troverà invischiato in traffici loschi e omicidi.


"Cortocircuito" è strutturato come un film con primo, secondo tempo e titoli di coda. Non è un caso: Bressanin è un cinefilo e questa volta si è concentrato nell’evocare titoli di serie B, in cui Genova tante volte ha fatto da sfondo negli anni Settanta. Inoltre il cinema è collegato alla trama, in qualche modo. Il colpo di scena che cambia decisamente l’atmosfera c’è e da lì in poi Fred si troverà in grande pericolo. Scoprire chi è responsabile della catena di eventi non è facile ed è bravo Bressanin a sviare il lettore.


Genova, l’ambientazione, si percepisce negli odori, nelle differenze tra un quartiere e un altro: abbiamo i vicoli, Begato, ma anche i quartieri residenziali.


Molto bella l’idea di intitolare ogni capitolo con un brano musicale, principalmente degli anni Novanta e dei primi Duemila, una playlist tutta da ascoltare durante la lettura.


Diverse le tematiche di rilievo che si leggono tra le righe. Il rapporto genitori-figli è sicuramente uno dei più importanti. Fred è un padre separato con una figlia che vede poco, ma nei confronti della quale si erge a supereroe pur avendo una pessima considerazione di sé.


"Cortocircuito" sarà presentato mercoledì 18 maggio alle 18 al Sivori Bistrot di Genova, ultimo appuntamento della rassegna Zibaldone Pop organizzato dal nostro blog.


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