CALLIOPE'S BREAKFAST

Il 22 febbraio 2021 a San Francisco l'ala della Beat Generation ha dato l'ultimo suo battito prima di prendere il volo verso l'eternità. All'età di 101 anni, ormai malato, ci ha lasciati Lawrence Ferlinghetti, poeta, pittore, editore, libraio e catalizzatore delle istanze e dei flussi energetici di quel movimento chiamato appunto Beat Generation. Un movimento che dalla sua nascita negli anni '50 del secolo scorso ha trasformato la poesia dalle radici, proponendo un nuovo linguaggio, un nuovo stile e nuovi temi.
Nel sangue di Lawrence Ferlinghetti scorrevano eredità ebraiche, sefardite, portoghesi e italiane. Nato il 24 marzo 1919 nello Stato di New York da padre italiano originario della provincia di Brescia - e morto prima ancora della nascita del figlio - e madre franco-portoghese, è cresciuto in Francia, a Strasburgo, affidato alle cure di una zia dopo il ricovero della madre in manicomio. Quando la zia è assunta come governante a New York, entrambi si trasferiscono negli Usa.
Lawrence studia giornalismo alla Columbia University, prende parte alla Seconda Guerra Mondiale coinvolto nello sbarco in Normandia, ottiene un dottorato alla Sorbona di Parigi e torna negli Stati Uniti, scegliendo di vivere a San Francisco, attirato dalle nuove istanze giovanili e da un nuovo sentimento pacifista crescente. Qui nel 1953 apre The City Lights Bookshop, la libreria indipendente dove per scelta si vendono solo edizioni economiche e che diventerà il centro di raccolta dei nuovi poeti che daranno vita con lui alla Beat Generation.

I locali della sua libreria sono infatti la casa che accoglie Allen Ginsberg, Gregory Corso, Jack Kerouac, William Burroughs, Diane Di Prima, Peter Orlowsky e molti altri, delle cui opere si fa editore e promotore e per le quali si farà anche dei giorni di galera accusato di diffondere materiale osceno. Nel 1956, quello che verrà da molti considerato come l'inizio dell'avventura della Beat Generation e in definitiva il suo vero e proprio manifesto,“Howl and other poems” (“Urlo e altri poemi) di Allen Ginsberg coinvolgerà autore ed editore in una condanna per oscenità. Ma i tempi sono maturi per il cambiamento e gli artisti beatnik diventano un vero faro per più di una generazione, dando ragione al coraggio e alla visione di Ferlinghetti.
Lo stesso Ferlinghetti scrive raccolte di poesie che avranno un grandissimo successo, tradotte in molte lingue e conosciute così in tutto il mondo: "Strade sterrate per posti sperduti", "Il senso segreto delle cose", "A Coney Island of the Mind" e il volume "Poesie vecchie e nuove". Il suo talento si esprimerà anche attraverso la scrittura di romanzi,"Lei" e "L'amore ai tempi della rabbia", testi teatrali e attraverso la pittura, a cui dedicherà molti anni della sua vita.
Ferlinghetti è vissuto a lungo, ha potuto vedere gli esiti della rivoluzione a cui aveva saputo dare spazio e voce, i successi e i fallimenti delle sue istanze e dei suoi propositi, l'isterilimento del sentimento pacifista e universale in un consumismo sempre più marcato, dove il sentimento di anarchica libertà e di condivisione si è rinchiuso nell'edonistico yuppismo degli anni '80. Eppure la sua libreria ha continuato a restare per tutti un luogo da visitare, quasi come in un pellegrinaggio, per tentare di respirare un po' di quell'aria di cambiamento e di libertà di cui avremmo ancora tanto, tanto bisogno.
"The world is a beautiful place"
The world is a beautiful place
to be born into
if you don't mind happiness
not always being
so very much fun
if you don't mind a touch of hell
now and then
just when everything is fine
because even in heaven
they don't sing
all the time
The world is a beautiful place
to be born into
if you don't mind some people dying
all the time
or maybe only starving
some of the time
which isn't half bad
if it isn't you
Oh the world is a beautiful place
to be born into
if you don't much mind
a few dead minds
in the higher places
or a bomb or two
now and then
in your upturned faces
or such other improprieties
as our Name Brand society
is prey to
with its men of distinction
and its men of extinction
and its priests
and other patrolmen
and its various segregations
and congressional investigations
and other constipations
that our fool flesh
is heir to
Yes the world is the best place of all
for a lot of such things as
making the fun scene
and making the love scene
and making the sad scene
and singing low songs and having inspirations
and walking around
looking at everything
and smelling flowers
and goosing statues
and even thinking
and kissing people and
making babies and wearing pants
and waving hats and
dancing
and going swimming in rivers
on picnics
in the middle of the summer
and just generally
'living it up'
Yes
but then right in the middle of it
comes the smiling
mortician
Il mondo è un bel posto
Il mondo è un bel posto per esserci nati se non v’importa che la felicità non sia sempre così divertente se non v’importa un po’ d’inferno una volta tanto proprio quando tutto va bene perché anche in paradiso mica cantano sempre
Il mondo è un bel posto per esserci nati se non v’importa che qualcuno muoia tutti i momenti o magari solo di fame se non siete voi
Oh il mondo è un bel posto per esserci nati se non v’importa molto qualche cervello morto nelle alte sfere o una bomba o due di tanto in tanto nei vostri visi alzati o certe altre improprietà di cui è preda la nostra Società coi suoi uomini distinti e quelli estinti i suoi preti e altri poliziotti le sue varie segregazioni le investigazioni congressuali e altre costipazioni che la nostra carne sciocca eredita
Sì il mondo è il migliore posto per un mucchio di cose come far buffonate e fare all’amore esser tristi e cantare canzoni triviali e avere ispirazioni vagabondare guardando ogni cosa odorando fiori e dare pizzicotti alle statue e perfino pensare e baciare la gente e far bambini e portare pantaloni e agitare cappelli e ballare e andare a nuotare nei fiumi a fare picnic a mezza estate e insomma godersi la vita
Già ma poi sul più bello di tutto questo arriva sorridendo l’imprenditore delle pompe funebri.
Lawrence Ferlinghetti (1919, Bronxville, Stati Uniti), in Poesie, traduzione di Romano Giachetti e Bruno Marcer, Editore Guanda
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