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La vita davanti a sé

  • Immagine del redattore: Arianna Destito
    Arianna Destito
  • 3 gen 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 16 ott 2020

Ci sono storie che ti porti dentro, che non ti abbandonano mai. Basta una frase, a volte solo un titolo e ti restituiscono tutto. Così mi è successo dopo aver letto La vita davanti a sé di Romain Gary. L'ho gustato, ho sottolineato le frasi. Ho persino fatto le orecchie alle pagine per ritrovarle e non perdermi nulla di un romanzo potente nella sua apparente semplicità e dalla prosa poetica. L'ho amato come si ama Momò, il protagonista, un ragazzino che vive con una ex prostituta, Madame Rosa nel quartiere multietnico di Belleville a Parigi, insieme ad altri ragazzi come lui figli di prostitute.

Un linguaggio particolare, la voce di un bambino e il suo modo di vedere il mondo attorno a lui. La grandezza di questo libro sta nella capacità dell'autore di adottare sulla realtà la prospettiva totalmente straniante di un bambino che a poco a poco impara a darsi una spiegazione di quello che gli accade intorno. Da qui nasce la poesia e l'incanto. E l'amore per la vita, nonostante tutto.

"Dovevo avere tre anni quando ho visto Madame Rosa per la prima volta. Prima non si ha memoria e si vive nell'ignoranza. La mia ignoranza è finita verso i tre o quattro anni e certe volte ne sento la mancanza." [...]"

"All'inizio non lo sapevo di essere senza madre e non sapevo nemmeno che ce ne volesse una. Madame Rosa evitava di parlarne per non darmi pensieri. Non lo so perché sono nato e come sia successo esattamente. [...]

" Da Madame Rosa eravamo quasi tutti figli di puttane; quando andavano per qualche mese a battere in provincia, venivano a trovare i loro marmocchi prima e dopo. E' stato così che ho incominciato ad avere problemi con mia madre. Mi sembrava che tutti quanti ne avessero una fuori che me." [...]

"Signor Hamil, perché non mi rispondete?"

"Sei molto giovane, e quando si è molto giovani ci sono cose che è meglio non sapere".

" Signor Hamil si può vivere senza amore?"

" Sì",ha detto, e ha abbassato la testa come se si vergognasse.

Mi sono messo a piangere.

Per molto tempo non ho saputo che ero arabo perché non c'era nessuno che mi insultava. L'ho saputo soltanto a scuola. Ma non facevo mai a botte, fa sempre male picchiare qualcuno.

[ La vita davanti a sé. Romain Gary. Neri Pozza. traduzione di Giovanni Bogliolo]

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