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  • Immagine del redattoreAntonella Grandicelli

FOSCOLO E LA SUA ODE A LUIGIA PALLAVICINI CADUTA DA CAVALLO

In attesa della presentazione del 9 gennaio alla libreria Feltrinelli di Genova, Laura Guglielmi ha voluto regalarci una fra le tante e curiose storie di cui è ricco il suo LE INCREDIBILI CURIOSITA' DI GENOVA (Newton Compton, 2019) e di cui THE MELTING POP ha già avuto modo di parlare qui .


Per tutti coloro che, leggendo la famosa ode di Ugo Foscolo, si sono chiesti: ma Luigia Pallavicini è esistita davvero? E chi era?


Estratto dal volume LE INCREDIBILI CURIOSITA' DI GENOVA (Newton Compton, 2019). Per gentile concessione dell'editore.



Un giorno d’estate del 1799, vicino alla Badia di Sant’Andrea

degli Erzelli, luogo bello e selvaggio, chiamato il Deserto

di Sestri, Luigia Pallavicini sta cavalcando in compagnia

di alcuni gentiluomini. La marchesa monta un bel cavallo

che ha intenzione di comperare. Vedendo l’ampio spazio

aperto davanti a sé e sentendo l’aria di mare che gli arriva

alle narici, il cavallo sente il richiamo della natura. Vuole

galoppare libero e si imbizzarrisce. Le figure della donna e

del cavallo si stagliano in controluce davanti al mare come

fossero una cosa sola. C’è un filo di vento, i capelli volano

intorno al bel volto terrorizzato di Luigia. Gli uomini al seguito

la vedono piegarsi e stringersi al cavallo, che si sta dirigendo

verso le onde, poi cambia rotta e torna a galoppare

infuriato sulla spiaggia di Sestri Ponente. Non si ferma, anzi

sembra correre sempre di più.


Luigia ha capito, è una donna sveglia, l’unico modo per

salvarsi è buttarsi giù, e lasciar andare il cavallo per la sua

strada. L’animale non si vuole calmare, non c’è niente da

fare. Bisogna decidere velocemente, ogni momento è come

fosse un secolo. C’è un tratto di sabbia, Luigia molla le redini

e si lascia andare. Ha sbagliato i calcoli, il cavallo sta

correndo così veloce che purtroppo cade su un viottolo acciottolato.

Gli altri cavalieri la raggiungono, è in una pozza

di sangue, ha battuto la faccia, ma è salva.


La chirurgia estetica era ancora di là da venire e Luigia rimase

sfigurata da una cicatrice. Non aveva ancora trent’an-

ni, era una donna colta e intelligente, frequentava poeti e

intellettuali. Una volta guarita non si chiuse nella sua bella

dimora per paura di non essere più attraente, ma tornò a

frequentare gli stessi salotti, indossando però un velo che,

secondo le testimonianze del tempo, la rese ancora più affascinante.


I poeti fecero a gara per dedicarle versi, tra di loro

c’era anche il giovane Ugo Foscolo, che scrisse la sua ode,

intitolata A Luigia Pallavicini caduta da cavallo.

«Te fra le dive Liguri / Regina e diva! e fiori / Votivi all’ara

portano / D’onde il grand’arco suona / Del figlio di Latona».

Questo dice Foscolo a Luigia: fra le donne liguri, tutte belle

come dee, sei la regina e la più bella! È una donna sfigurata,

eppure è passata alla storia grazie a questa poesia, che

ben restituisce la venerazione intorno al suo personaggio.

Foscolo, tra l’altro, l’ha conosciuta dopo la caduta da cavallo.

Quindi l’avrà mai vista in volto?


Il marito di Luigia, il marchese Luigi Pallavicini, muore

qualche anno dopo la caduta da cavallo, lei ha trentatré

anni. In quelle condizioni, la marchesa lo ritrova un uomo?

Ebbene sì, e anche più giovane di lei. Dopo un lungo periodo

di lutto, a quarantasei anni, si risposa con Enrico Stefano

Prier, il cancelliere del console francese presso la Repubblica

di Genova. È interessato ai soldi della marchesa? No, ne

ha tanti anche lui. Probabilmente rimane colpito dalla cultura

e dall’educazione raffinata di Luigia, nonché dall’aura

che si è creata intorno al suo personaggio.

Quante donne hanno avuto l’onore di una poesia a loro dedicata dal Foscolo?

Nell’ode il poeta romantico implora le Grazie affinché

aiutino la donna ferita portandole balsami e lini, usati anche

da Venere punta da uno spino, mentre versava lacrime per

la morte di Adone. Gli Amori piangono per Luigia e stanno

offrendo voti al dio Apollo perché lei guarisca e possa tornare

a danzare. Foscolo poi sgrida la marchesa Pallavicini

per essersi dedicata anche a un’attività virile come l’ippica e

non solo alla poesia, chiedendole perché mai abbia rivolto

le sue belle forme e il suo ingegno docile ai giochi senza

grazia di Marte, dio della guerra. Il poeta prosegue raccontando

l’incidente e rivolgendosi di nuovo agli dèi: è Nettuno

che, secondo Foscolo, ha salvato Luigia. Ammaccata sì,

ma almeno viva. Il poeta poi se la prende con chi insegna

alle dame l’arte del cavalcare e prega affinché Luigia, come

Diana sfregiata in viso dopo una caduta dal cocchio, torni a

essere più bella di prima.


Ugo Foscolo è a Genova in quel periodo per combattere al

comando del generale Massena, con le truppe napoleoniche.

Si sta dedicando alle arti virili, per cacciare gli austriaci e gli

inglesi che stanno assediando Genova. In ballo c’è la difesa

dei sacri principi di libertà, uguaglianza e fratellanza, portati

dalla rivoluzione francese, che ha Genova come ultimo

caposaldo. Per questo, Foscolo è arrivato in città, malgrado

la delusione nei confronti dei francesi che hanno ceduto la

sua Venezia all’Austria con il trattato di Campoformio, decretando

la fine della gloriosa Repubblica marinara.


Siamo alla fine di aprile del 1800, vicino al forte Diamante,

presidiato dai Cisalpini. Gli austriaci sono sulla cima di

fronte, non sono ancora stati costruiti i forti del Fratello

Maggiore e Minore. Intimano ai napoleonici la resa, ma i

francesi, invece di arrendersi sfiduciati, passano all’attacco

e sbaragliano l’esercito nemico. Il capitano Foscolo combatte

con generosità per ore, corre per i sentieri e per i prati,

scavalcando rocce e gettandosi nella mischia come un buon

soldato che crede in quello per cui sta combattendo. E ora è

appena caduto ferito a una gamba.


Come Luigia, ha rischiato la morte, ma non è ancora giunta

la sua ora. Ci viene da pensare: cosa ci fa un poeta in

guerra, uno spirito avventuroso e romantico che dialoga con

le muse, che implora gli dèi e le dee per salvaguardare la

bellezza di una dama caduta da cavallo, un uomo capace di

costruire con i suoi versi immagini destinate a durare nei secoli?

La guerra si addice a un artista? Ci viene da supporre

che Foscolo, nel momento in cui è stato ferito, lassù in cima,

vicino al forte Diamante, che domina Genova dall’alto, si

sia distratto perché stava ammirando uno dei panorami più

belli che avesse mai visto nella sua vita. Da lassù ancor oggi

si vede la costa, la val Polcevera e la val Bisagno, allora immerse

nel verde, e tratti della catena montuosa che cinge la

Liguria. Lo sguardo in certe giornate si può perdere fino

al Monviso. Cuor di poeta, di fronte a tanta bellezza lascia

vagar la mente, e cade ferito.



Laura Guglielmi

LE INCREDIBILI CURIOSITÀ DI GENOVA

Quest’Italia Pagine: 256 Prezzo: € 12.90 E-book: € 4.99

Uno sguardo su più di mille anni di storia della Superba

Genova, la Superba. Un volo d'uccello su più di mille anni di storia, che racconta tra le altre cose le imprese di Guglielmo Embriaco in Terra Santa, la famosa congiura dei Fieschi, non dimenticando Balilla e la rivolta antiaustriaca del 1746, il Risorgimento e il ruolo di Mazzini, nonché la lotta partigiana. Una città che ha sparso la sua cultura prima nelle colonie del Mediterraneo, poi nelle Americhe con i suoi emigrati. Scrittori, poeti, artisti e viaggiatori, Genova è stata meta per centinaia di anni delle menti migliori che hanno lasciato tante testimonianze sulla città. E poi i suoi cibi, dal mitico pesto alla cima. Senza dimenticare i cantautori e i comici. Uno sguardo curioso che si allarga anche al Golfo del Tigullio e ai monti che la cingono. Tra i fatti più sconosciuti: il Mar Nero nel Trecento era chiamato Lago Genovese e la Lanterna, simbolo della città, è il faro più alto del Mediterraneo.




LAURA GUGLIELMI è nata a Sanremo ma vive a Genova, dopo aver trascorso alcuni anni a Roma e a Londra. Ha lavorato per le pagine culturali de «Il Secolo XIX» e per diciassette anni ha diretto il web magazine www.mentelocale.it. Inoltre ha collaborato con Radiorai, «D di Repubblica» e «Tuttolibri - La Stampa». Ora è direttore artistico di un Festival Letterario ed è docente universitaria. Ha curato una mostra su Italo Calvino e il suo paesaggio originario, che è approdata anche alla New York University. Suoi racconti sono usciti su antologie e riviste e cura il blog www.lauraguglielmi.it. La Newton Compton ha pubblicato Le incredibili curiosità di Genova.




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